Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Una volta, Grandi ha l'occasione di assistere al cambio della guardia a Palazzo Venezia e dopa aver definito la cerimonia "superba e formidabile" così prosegue:
     «Quanto ho visto a Berlino tempo fa, e quello che vedo assai spesso a Londra non hanno nulla a che vedere. L'ordine chiuso che tu hai insegnato ai tuoi soldati è di una originalità unica e superba. Quei tuoi soldati stamane, del colore dell'acciaio, si muovevano con cuore, muscoli e tendini di acciaio. Non era il "balletto" anglosassone. Non era la "catapulta" teutonica. Era un monoblocco di acciaro, una massa potentemente pesante come quella tedesca, ma non tuttavia di ghisa, bensì di metallo vibrante. È il più polente strumento di pedagogia popolare che tu abbia creato».
     Chi non ha in questi ultimi tempi gettato un sassolino contro il Segretario Starace? Nella seduta del Gran Consiglio, il Grandi fu addirittura feroce. Eppure nel 1938, in una lettera scritta a Mussolini, dopo una visita alla Farnesina, trova modo di dire «che ivi Starace sta facendo delle cose straordinarie» e annunciando la sua partenza per Londra dichiara che eviterà di passare per la Francia, ma andrà via Germania perché, egli dice. «in questi sette anni dacché sono a Londra, io non mi sono mai, dico mai, fermato una sola notte a Parigi, città che odio».
     All'epoca dell'occupazione dell'Albania, così scriveva da Londra: «Gli avvenimenti di oggi mi hanno elettrizzato lo spirito. Tu, Duce, fai camminare la Rivoluzione col moto fatale e spietato della trattrice. Dopo la vendetta di Adua, la vendetta di Valona, il tuo collaboratore fedele, il quale ha avuto il privilegio di essere stato, per otto anni, testimonio quotidiano della tua azione, sa che questa azione tu non l'hai mollata mai, neppure per un secondo. Questa conquista fa dell'Adriatico, per la prima volta, un mare militarmente italiano e apre all'Italia di Mussolini le antiche strade delle conquiste romane in Oriente».