Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


Pagina 137 di 192       

%


     Un improvviso obiettivo di carattere repubblicano dato alla Marcia avrebbe complicato le cose. C'era stato il discorso di Udine del settembre 1922 che aveva accantonato la tendenzialità repubblicana, ma già dagli inizi del movimento la posizione del Fascismo di fronte alla forma delle istituzioni politiche dello Stato era stata fissata nella dichiarazione programmatica del primo Comitato centrale dei Fasci italiani di Combattimento nell'anno 1919 con sede in via Paolo da Cannobio 37. Tale programma, al comma D, proponeva la «convocazione di una Assemblea nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato». Non c'era dunque alcuna formulazione o pregiudiziale repubblicana. Un anno dopo, nell'adunata nazionale tenutasi nel ridotto del teatro Lirico di Milano nei giorni 24 e 25 maggio del 1920, alcuni principi orientatoti dell'azione fascista venivano formulati. Essi sono condensati nell'opuscolo: Orientamenti tecnici e postulati pratici del Fascismo (sede centrale in via Monte di Pietà), dove, dopo avere dichiarato che i Fasci di Combattimento «non sì opponevano al socialismo in sé e per sé — dottrina e movimento discutibili — ma si opponevano alle due degenerazioni teoriche e pratiche, che si riassumono nella parola bolscevismo» passando al problema del regime politico, in questi precisi termini si esprimeva: «Per i Fasci di Combattimento la questione del regime è subordinata agli interessi morali e materiali, presenti e futuri della Nazione, intesa nella sua realtà e nel suo divenire storico; per questo essi non hanno pregiudiziali prò o contro le attuali istituzioni. Ciò non autorizza alcuno a considerare i Fasci monarchici, né dinastici. Se per tutelare gli interessi della Nazione e garantirne l'avvenire si appalesa necessario un cambiamento di regime, i fascisti si appronteranno a questa eventualità, ma ciò non in base agli immortali principi, bensì in base a valutazioni concrete di fatto. Non tutti i regimi sono adatti per tutti i popoli. Non tutte le teste sono adatte per il berretto frigio. A un dato popolo si confà un dato regime. Un regime può svuotarsi di tutto il suo contenuto antiquato e democratizzarsi come in Inghilterra. Ci possono essere, invece, e ci sono delle Repubbliche ferocemente aristocratiche, come la Russia dei cosiddetti Sovieti. Oggi i fascisti non si ritengono affatto legati alle sorti delle attuali istituzioni politiche monarchiche».