Benito Mussolini
Vita di Arnaldo


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     Ora è il padre che narra al figlio morto le fasi della sua agonia — pagine che danno i brividi — poi la descrizione dei funerali e la sepoltura a Paderno.
     «Ma da quel Cimitero umile tu vuoi che una luce continua si diffonda, una luce di fede e di bontà. Tutto il tuo soffrire si deve trasformare in opere di bene. Solo per questo, forse, Iddio ha permessa la tragedia che mi ha stroncata la vita».
     Io che ho assistito alle ultime giornate del male; che giunsi la mattina dopo la morte e vidi Sandrino già immobile, freddo, sereno — mentre il sole incendiava i campi e il mare e le case silenziose — io che abbracciai Arnaldo disfatto, irriconoscibile, assente e ormai lontano, pensai che il colpo era irreparabile, che ogni parola di consolazione sarebbe stata vana, che Arnaldo oramai teneva poco o niente alla vita terrena, poiché aveva l'ansia e la certezza di raggiungere un giorno il figliuolo perduto. Fu nell'aprile successivo che mi giunse il volume dedicato alla memoria di Sandrino, con una dedica che dice: «A mio fratello Benito, questa pubblicazione in ricordo di Sandrino, scritta nell'angoscia più aspra, offro commosso. - Arnaldo». Lessi subito il libro che mi attanagliò lo spirito, che mi diede una sofferenza acuta e tuttavia ineffabile e così telegrafai a Milano:
     «Ho letto con grande commozione il libro che hai dedicato alla memoria del povero Sandrino e ho rivissuto quelle giornate d'angoscia. Non potevi onorare meglio Sandrino il cui ricordo è vivo come sempre nel mio cuore».
     Mentre scrivo queste parole — sera del 31 dicembre del 1931 — guardo il ritratto di Sandrino che Arnaldo mi mandò con questa dedica: «A Benito nostro Capo, questo ramo del ceppo stroncato a vent'anni. - Arnaldo ed Augusta. - Settembre 1930-VIII» e ricordo il 31 dicembre del 1930, quando Arnaldo fu ospite mio a Villa Torlonia. Trovo questa nota nel mio giornale: «A mezzanotte abbiamo ascoltato con la radio le campane di Genova e le sirene del Porto. Arnaldo era triste e l'Augusta più di lui».