Benito Mussolini
Vita di Arnaldo


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     «...A Milano nessuna novità notevole. Sento tutta la passione che tu metti nella battaglia in corso e mi rammarico di non avere maggiore potenza per aiutarti. Riterrei utile sequestrare e procedere fascisticamente contro il libello «La politica finanziaria del governo fascista» del Partito Socialista Unitario. Se credi, possiamo passare all'attacco sul giornale. Credo sia utile uscire dal riserbo e chiedere a gran voce delle sanzioni esemplari».
     All'indomani del terzo attentato — 11 settembre 1926 — Arnaldo mi telegrafava: «Iddio ti protegge, gli Italiani ti venerano: due forze che rendono vana la criminalità degli avversari. Turbato, commosso, ti abbraccia Arnaldo». Ma pochi giorni dopo — il 15 settembre — io ricevevo da lui questa lettera che merita di essere conosciuta:
     «Ho ricevuto la tua lettera e le carte. Ti ringrazio. Sono ancora sotto l'impressione di quel complotto e non ti nascondo che se ho saputo dominarmi il primo giorno, oggi, ripensando alla tragedia che hai e abbiamo rasentato, mi si riempie l'animo di raccapriccio e di tristezza. Iddio ti assiste e spero che vorrà anche illuminarti e illuminare coloro che sono addetti alla sorveglianza della tua preziosissima vita. Ti mando il duplicato di tutte le tasse che paghi come cittadino e come proprietario del Popolo d'Italia e delle sue pubblicazioni... Infine se mi fosse permesso di esprimere il mio pensiero sull'attuale momento politico, vorrei dirti che fra qualche giorno converrebbe che tu prendessi il Ministero dell'Interno. Io amo e rispetto Federzoni, lo considero un fedele e devoto. Ma ormai per mettere a posto una serie di persone detestabili, fascisti ribellisti dalla mentalità faziosa e irriducibile, è necessaria la tua autorità... La disciplina al Partito, la consapevolezza della gravità dei giorni che attraversiamo, la base morale indispensabile per qualsiasi movimento politico, non possono essere dati che dalla tua autorità, dal tuo nome e specialmente dalla tua severità e dalla tua vita indiscussa. I fascisti tutti hanno questo merito: non discutono il Capo. Bisogna che tu ti valga di questa posizione di eccezione che hai saputo conquistarti attraverso una vita intemerata e una genialità politica che sovrasta tutti. Ti prego di scusarmi se mi sono permesso di darti questi consigli. Li ho vagliati con me stesso e con la mia coscienza e mi sono permesso di suggerirteli. Ti abbraccio affettuosamente con tutta l'anima e con tutto il cuore».