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«5°) Propaganda. Io non credo molto all'efficacia della propaganda e al moltiplicarsi delle parole più o meno brillanti. Tuttavia, quando da certe cattedre partono delle parole ammonitrici, la risonanza nelle moltitudini è enorme. Tu non immagini la ripercussione di una frase del Duce: «Bisogna arrivare nudi alla meta». Quanti nostri camerati hanno parlato con orgoglio di questa frase e quanti giustamente parlando delle loro vicende premettevano la frase: «Io arriverò nudo alla meta». Molti potevano essere dei venditori di fumo, ma parecchi parlavano con un contenuto orgoglio pronunciando queste parole. Quando il Duce aggiunse: «Io ho un sovrano disprezzo per il denaro», e ampliò questa frase con i necessari complementi per non far credere che tutta la vita potesse essere concepita francescanamente, molti si rosero in cuor loro e si umiliarono nel vedere le piccole vanità, i desideri di ricchezza, le ambizioni smodate di certa gente di fronte a questo uomo che poteva dominare un popolo conservando la serenità primigenia di un asceta. Questo predicare non la rinuncia stupida, ma la nobiltà del lavoro e del disinteresse ha pure la sua parte di importanza. Noi siamo un popolo che ha bisogno, di sentire dei predicatori. Si è dato il caso di vedere degli anticlericali di grido che durante il quaresimale andavano a sentire con compiacenza i predicatori nelle chiese. Se a tutto questo si aggiunge anche l'opera della stampa, noi possiamo credere che molti squilibri di carattere morale possono venire contenuti e ridotti. Le nuove generazioni devono crescere in questa atmosfera di serena vitalità, non di artificio. |