Il 27 novembre del 1928, nell'Aula Magna dell'Istituto Superiore di Agricoltura, consegna della laurea ad honorem di dottore in scienze agrarie.
Il 29 dicembre 1928 così mi scriveva sull'attività di Starace:
«Sulla situazione milanese le novità sono poche. Starace continua la sua opera di revisione e di epurazione. Egli ha dato una linea e uno stile al Fascismo, approvato dagli stessi fascisti e apprezzato vivamente dalla cittadinanza».
Ai primi di gennaio del 1929 declinava una seconda volta l'offerta della candidatura a deputato fattagli dall'on. Amicucci. Ma gli aspiranti lo assillavano e mi scriveva in data 19 febbraio:
«Non ti dico la vita di questi giorni per difendermi dagli assalti di tutti i candidati o pseudo tali, vecchi deputati e nuovi aspiranti. Tutto il fervore riguarda le designazioni, mentre sarebbe opportuno trasportarlo sopra un campo diverso, cioè su quello del plebiscito. Io non nego una funzione alla Camera. La credo anzi un presidio legislativo, ma una Nazione dei presidi ne ha molti e quindi anche la Camera deve essere proporzionata nel quadro di tutte le altre attività».
Mentre la battaglia del plebiscito era in pieno svolgimento, Arnaldo mi comunicava copia di un invito che gli era stato rivolto per un giro di conferenze in America «da parte di quindici importanti Università americane, parecchie Camere di Commercio, Associazioni bancarie ed altre organizzazioni» e mi domandava il mio parere. Gli risposi che ero favorevole, ma che condizione prima del successo era quella di poter parlare in inglese.
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