Vita di Dante Alighieri di Cesare Balbo
304 libro secondoperchè allora nel 1300 ella era in mano alla parte Selvaggia de' Bianchi. La Selva dunque dell'introduzione è selva de' vizii| ma de' vizii fiorentini. Segue a dire che non può spiegare comeVentrasse| tanto era pien di sonno quando v'entrò| abbandonando la vera via| cioè la fedeltà a Beatrice| la vita virtuosa tenuta per amor di lei finche ella visse; ed aggiugne che la rimembranza di quel tempo tanto gli è amura| che poco è più morte. Dalla selva in fondoa una valle ei giugne appiè d'un colle| e lo vede rischiarato in cima dal sole levante; cioè dalla scienza o filosofìa umana e divina| a che egli aveva aspirato fin dalla morte di Beatrice. Ma tale studio| tal desiderio essendo stato già abbandonato da lui dall'anno 1293 fino al 1300 per la vita lussuriosa e giovanile| per gli uffìzii| per le parti| per tutti i vizii fiorentini| ei dice ora qui| che da essi sotto figura di tre fiere| una Lonza| un Leone ed una Lupa| gli fu impedita la salita al chiaro monte. Quindi non par dubbia l'antichissima interpretazione che queste significhino al senso morale| la lussuria| la superbia od ambizione| e l'avarizia. Ma la lussuria è lussuria fiorentina| che fece pericolare Dante in quegli anni ; ìa superbia ò superbia principalmente de'reali di Francia| e particolarmente di Carlo di Valois| che già minacciava Firenze nel 4300; e l'avarizia è quella de'Guelfi che chiamansi Lupi in tutto il Poema. Così intese le tré fiere| ogni parola| ogni sillaba| non che intendersi| è l'onte di bellezze. Tutte tre s'oppongono alla salita di Dante al monte rischiarato; mala Lupa| la parte guelfa| è quella che gli dà la maggiore e l'ultima noja. Allora gli s'affaccia Virgilio| rappresentante della poesia| anzi del pensiero stesso del Poema ; il quale rammollisce che per tal via diretta non gli riuscirà mai di salire al monte| impedito che sarebbe dalla Lupa; predice le malvagità e le vicende di questa| cioè di parte guelfa| finché ella non sarà vinta da un Veltro| cioè un ghibellino dell'Italia meridionale| che certo volle dire Uguccione a cui è dedicala la cantica. Adunque| continua Virgilio| gli è mestieri prendere altra via. Torni al pensiero del Poema; scenda con esso all'inferno| al purgatorio; saliranno egli
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