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La stessa innovazione, che nella concezione neoclassica coincide esclusivamente con l’innovazione tecnologica, è un fatto esogeno. L’imprenditore, infatti, si limita a ottimizzare la produzione combinando i fattori all’interno di uno stato della tecniche noto a tutti e a cui tutti si adattano continuamente e istantaneamente.
Amministrare ordinariamente un azienda non significa essere imprenditori. L’imprenditore Schumpeteriano non ha nulla a che fare con l’individuo razionale tipico dell’economia neoclassica la cui funzione si svolge risolvendo routinariamente problemi di ottimizzazione e per il quale la ricerca delle migliori tecniche produttive non costituisce un problema. Infatti, tutti i produttori dispongono della medesima tecnologia e vi si adeguano continuamente senza che ciò comporti costi aggiuntivi.
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) “Chiamiamo impresa tanto l’effettuazione di nuove combinazioni, quanto l’incorporazione di queste
combinazioni nelle aziende, e imprenditori i soggetti economici la cui funzione consiste nell’effettuazione di
nuove combinazioni, e che pertanto ne sono l’elemento attivo.” (J. A. Schumpeter, Teoria dello
sviluppo economico, “Collana degli Economisti”, UTET, Torino, 1932, vol. V pag. 79).
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