Ne risulta un quadro estremamente variegato del processo innovativo, popolato da diversi attori e diverse razionalità e calcoli di convenienza, comportamenti strategici e adattivi: una sorta di luogo entro cui c’è spazio per tutti, o comunque per diverse configurazioni e velocità dell’innovazione. (42)
Da quanto detto risulta che le variabili tecnologia, economia e istituzioni danno luogo, nella loro interazione, ad un sistema molto complesso e difficilmente indagabile. Per questo gli assunti neo-classici di certezza e prevedibilità, legati all’ipotesi del comportamento razionale degli agenti economici, non appaiono realistici. In altre parole non è possibile essere certi di quali saranno gli esiti futuri di un’iniziativa innovativa.
Ambiente e mercato rappresentano una realtà ad elevata complessità, in cui tantissime sono le variabili in grado di determinare il corso futuro degli eventi. In questo contesto, dove la previsione sembra impossibile, l’attività innovativa dell’impresa si espone a non pochi rischi di insuccesso.
4. La dinamica evoluzionista
Ritorniamo al momento in cui l’impresa, determinata a recuperare un certo tasso di profittabilità, decida di uscire dalla mera attività di routine e introduca un’innovazione tecnologica che differenzi la sua produzione da quella dei concorrenti.
Seguiamo gli ulteriori sviluppi riferendoli, seppur schematicamente, ai momenti essenziali della dinamica evoluzionista. Ciò significa pensare alle imprese come a dei veri e propri organismi viventi.
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(42)
) Cfr. B. Di Bernardo, E. Rullani, Evoluzione:un nuovo paradigma per la teoria dell’impresa e del
cambiamento tecnologico, “Economia e Politica Industriale”, n.42, 1984.
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