Da un punto di vista qualitativo, invece, gli elementi distintivi della PMI sono: il carattere personale della proprietà o tutt’al più limitata ad un numero ristretto di soci, la refrattarietà dell’imprenditore al concedere deleghe di responsabilità, il ricorso all’autofinanziamento anziché al mercato mobiliare, il basso potere di mercato che non consente all’impresa di influenzare la formazione dei prezzi. (70)
Per quanto riguarda, invece, una possibile classificazione della PMI, ai fini del nostro lavoro distinguiamo:
1) La piccola e media impresa conto terzista. Legata alla grande impresa da un rapporto di subfornitura, si caratterizza per un’automazione influenzata dalla rigidità degli standard qualitativi dei prodotti imposti dall’impresa committente. Quest’ultima le fornisce aiuti in termini know-how e capacità tecniche. Qui la flessibilità non è un fattore critico.
2) La piccola e media impresa indirizzata al mercato. Per contrastare le politiche di bassi prezzi delle grandi imprese, basa la sua competitività sulla differenziazione dei prodotti. Il suo processo produttivo, pertanto, è discontinuo per piccoli lotti variabili nel tempo. La tecnologia produttiva in questo tipo di imprese è flessibile: le macchine sono in grado di eseguire lavorazioni su pezzi diversi o di cambiare tipo di lavorazione con semplici e veloci riprogrammazioni, limitando così al massimo le attese e i costi causati dai cambiamenti nel prodotto eseguito.
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(70)
) Cfr. P. Scarlatti, Riflessi dei processi di automazione sulla gestione delle piccole e medie imprese
nell’area genovese, “Piccola Impresa”, n.ro 3, 1991.
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