Limitata disponibilità di risorse finanziarie. La PMI, per esempio, il più delle volte non possiede i requisiti per poter accedere al mercato mobiliare attraverso l’emissione di titoli azionari e/o obbligazionari. Gli istituti bancari, inoltre, nei loro confronti, sono notoriamente misurati nell’erogazione dei crediti.
Limitato potere di mercato. Questo non permette alla PMI di effettuare una programmazione dei ritorni a medio e lungo termine sui costi fissi (nei quali rientrerebbero le spese per allestire strutture di R&S) che richiedono, per loro natura, di essere ammortizzati in più esercizi finanziari.
Per queste ragioni, le PMI svolgono solitamente attività di R&S cosiddetta di tipo implicito. Essa consiste nell’utilizzare risorse tecniche, umane e organizzative normalmente impiegate nell’esercizio delle altre funzioni aziendali. (73)
Tuttavia la principale fonte di innovazione nella PMI non è l’attività di R&S, bensì l’apprendimento che essa matura nella produzione dei beni (cosiddetto learning by doing) e nell’uso dei beni capitali (learning by using).
L’innovazione tecnologica, come già detto in precedenza, è originata da nuove conoscenze più o meno complesse. La nascita di conoscenza, inoltre, è sempre legata ad un processo di apprendimento.
Nell’attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) questo processo di apprendimento inizia con la Ricerca di base, ossia lo studio delle leggi di natura relative ad un dato settore scientifico (studio della scienza pura). Segue la fase della Ricerca applicata, in cui si cerca di individuare tutte le possibili applicazioni pratiche alle conoscenze scaturite dalla ricerca di base. Infine, con la fase dello Sviluppo, si cerca di scoprire come queste applicazioni possano tradursi in prodotti in grado di soddisfare specifici bisogni del mercato.
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(73)
) Cfr. A. Lassini, Forme e determinanti della R&S nelle piccole imprese, “Economia e politica
industriale”, n.ro 66, 1990.
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