A te soldato d'Italia - Edizioni Erre

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          Tu ricordi il contegno fermo dei came­rati germanici, la loro fierezza, la calma e la benevolenza dimostrata verso l'esercito italiano, tradito anch'esso dai suoi generali al soldo di Badoglio.
          Tu, oggi, soldato d'Italia, aspiri ad emu­lare la nerezza ed il valore dei camerati germanici, aspiri a combattere al loro fianco, facendo loro sentire il calore della nostra amicizia, della nostra solidarietà, della nostra gratitudine infine, per aver difeso così validamente le nostre terre contro gl'invasori anglosassoni.
          Quando la radio ha comunicata la li­berazione del Duce, ad opera dei para­cadutisti germanici, la tua gratitudine per l'alleato è ancora aumentata, e tu senti ora che nel nome del Duce risorge in noi la speranza della vittoria.
          La tua coscienza può essere tranquilla : se tu hai prestato altra volta, come militare, giuramento di fedeltà al re, questo giuramento è prosciolto, ed anche se non lo hai prestato, nessuno potrà mai impu­tarti nulla per il servizio che presti nel­l'esercito dell'Italia repubblicana.
          Quello che conta per il militare è so­pratutto la Patria; le monarchie quando diventano inutili e dannose, come è suc­cesso di quella dei Savoia, decadono a scompaiono per lasciare il posto alle Re­pubbliche.
          In questo ultimo secolo morte nazioni si sono trasformate da monarchie in re­pubbliche, e ad esempio, la Francia, la Russia, la Germania e la Spagna. Ebbene a nessuno dei popoli di queste nazioni è mai saltato in mente di non servire più la Patria perché il re era caduto. Il bene dell'Italia deve quindi essere infinitamente più importante per noi di ogni interesse dinastico.
          Se qualcuno ti consiglia di disertare l'esercito repubblicano perché il re è pas­sato nel campo del nemico, sappi che costui è un criminale e vuole spingerti ad un crimine che verrebbe punito con la legge marziale.




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