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onori, dove la potenza, dove il decoro della maestà, e l'imperi > delle selve, poi che venne in dimenticanza il suo connubio! Pane, ancora, cui sono in cura gli altari e i sacrifizi tutti della villa, lei trascurando, abita i boschi transalpini, e, divenuto straniero, immemore dell'antico decoro, non cura di ciò che possa intervenire. E così Dafni, francatosi dell'amor della moglie, posti al fuoco gli archi, i dardi e la vergi inerpicato come Mose per i monti, nascosto pastore di Marte, ha a vile gli armenti d'Italia, e trascura le ingiuria che patisce la prostrata consorte. Per certo l'assenza loro porterei con paziente animo, se potessi tollerare quello che da essa deriva. Imperocché come mai si può vedere, per tralasciare il resto, che il rustico Egone, abbandonati i riti campestri, ai quali testé Pan l'aveva preposto, prese le armi e fatta accozzaglia di masnadieri, occupi le selve dei Liguri e quasi tutti i paschi bagnati dal Po, e i monti e le valli degli Insubri per frode sottragga, e nell'Emilia, nel Piceno, e nei colli dell'Appennino ed etruschi aguzzi i denti e le unghie: per la quale ribalderia si giunse a ciò che fossero dispensi gli armenti, le greggi e i pastori di Amarillidt; arsi i paschi, rovinate le stalle, incendiate le capanne; e sorg f se una schiera di lupi e di altri animali rapaci? Chi mai. vedendo tutto questo, non reputerebbe migliore trapassare il tempo dii questa vita così labile presso i monti Rodopei o nella solitudine degli Arabi o sotto la sferza del sole in Etiopia? »
E poi, tu lo potesti vedere, crescendo la sua indignazione, levar gli occhi al cielo, e dir molte altre cose ed imprecare ad Egone ogni sventura. Alle quali cose, io ricordi che tu pure con lungo discorso assentisti, e soggiunger. che, per odio ad Egone, avevi con lungo discorso, con tutte le forze invocato Dafni in detestazione di tanto scel-
(1) Sic et Daphnis ur orivi- factus francus, cui arcus et tela sun-tudesque penisii, Moyses terebrans monte», Marti» conditus pastor, armento panificai Italiae, et prostratae coniugis negligit infurio*. Ho cercato alla meglio di cavar un senso plausibile da questo passo; la traduzione del Corazzini è iniutelligibile. — Il Boccaccio, credo, chiama Franco Dafni Carlo IV di Lussemburgo, perchè, come dice Albertino Mussato, « Luoemborg oppidum est Francorum finta a Germania di-gtinguens ».