La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
138 LIBRO QUARTOdi provvisione. Irritatissimi erano i nobili, come quelli che ascrivevano all'arti sue i posti che an-davan perdendo negli annuali squittinii del Consiglio. E perchè tanto gli odiava egli mai, se non perchè li conosceva, siccome i più leali amatori della Repubblica, così gli oppositori più fermi alle sue mire ambiziose? La continuazione dell'interdetto avvalorò queste querele, essendo pur tale la sorte di chi presiede in una Repubblica, che delle cose spiacevoli s' incolpa lui solo, delle gradite si gloriano tutti. Guelfi e Ghibellini insieme congiunti levarono dunque il romore a un dato segno, e le porte occuparono. Boccanegra co'modi consueti della campana e del banditore, chiamata a difesa la moltitudine, fu seguitato da quella.Ma in venire alle mani co'Grimaldi, principali motori del tumulto, uno de'suoi fratelli, per nome Lanfranco, giovane ardimentoso, cadde trafitto da un colpo di spada. Questo spettacolo andò al cuore di Boccanegra tanto, che prese farnetico la fuga. La plebe abbandonata si dissipò. I nobili in mezzo del loro trionfo si disunirono un'altra volta. Seguì un bollore di parti, senza sapersi precisamente ciò che ognuna volesse. Finalmente gli anziani andarono a trovar l'arcivescovo, pregandolo che a imitazione de'suoi antecessori volesse interporre la sua autorità, la sola che nella mancanza d'ogni civile governo fosse ancor rispettata. L'arcivescovo adunque pubblicò armistizio,tenne parlamento, persuase il capitano di rinunziare al suo grado, i nobili di essere contenti a sei anziani, il popolo a due; e poiché faceva mestieri di un capo imparziale in unarepub-
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