La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
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CAPO DUODECIMO 197
I mercatanti di Pera veggendo lo Spinola accomiatato, raccomandano alla sua condotta venti lor navi mancanti di capo abile a governarle incaso d'ostilità. Per cammino Niccolò ha voce che un grosso stuolo di Veneziani predò poco innanzi tre ricchissimi carichi. Alquanti giorni appresso i predatori sono alla vista; si va loro incontro. A giusta distanza lo Spinola, imboccata la tromba marina e chiamato sopra coverta l'ammiraglio veneto, gli rinfaccia il disonore di una preda acquistata contro la buona fede. Che se voleva onorate ricchezze, il tempo era questo; questi i naviganti atti a provargli che i Veneziani avevano rotta ingiustamente la tregua. Marco Basilio per tutta risposta manda indietro le prede, e dispone i suoi legni al combattimento. I Genovesi fan vista di voler lo stesso, ma in sull' allargarsi per rivoltar la proda, danno al contrario ne'remi, e a golfo lanciato prendono porlo a Lajazzo nell'Armenia minore. Dove armale a fretta e furore undici fuste che colà si trovavano in punto, fan vela da capo verso Ponente. La fortuna presenta loro innanzi per la seconda volta i nemici , che baldanzosi navigano sparsamente e in più schiere con 28 galee da battaglia (22 di maggio), e molli legni carichi di merci e mercanti oltre a quelli che avevano presi. Spinola gì'investe l'un dopo l'altro, prima che valgano a riparare il loro disordine; onde feroce è la zuffa, ma breve. Tre legni veneziani fuggono (I); tutti gli altri si arrendono, e il loro ammiraglio ancora.
(I) Andrea Dandul., CUron. col. 404. Georg. Stella, Annal. A. 1294.
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