La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUARTO <329
Ma come non rimasero confusi, allora che volendo far combaciare il ponte, trovarono troppo corte le braccia! Nelle prove diverse per rimediare a questo difetto, esposti alla grandine che avventavano le torri e le navi di Gàlata, l'ammiraglio Tarcaniota con moltissimi altri vi rimasero feriti* Fu allora deciso che l'assalto principale si darebbe di terra. Già i carri del campo rovesciavano molto legname nel fosso, quando i difensori, sguernita la fronte marittima, accorsero in gran numero da quella parte, e fatta improvvisa sortita, mandarono sossopra carri, legnami e lavoratori. L'acceso bitume che andavano qua e là avventando, consumò in poco d'ora ogni cosa. Sicché l'imperadore ordinò la ritirata, e godè di averla compiuta senza essere inseguito.
L'armata nimica che divelli gli aveva i collegati, navigava già l'Arcipelago. Era composta di settanta galee (l), parte comandata da'nobili e parte da'popolari. Tredici appartenevano a doviziose famiglie; altretante alle comunità dello sta* to, le rimanenti, superata la solita proporzione, agli otto quartieri della metropoli. Pagano Doria sulla capitana; quattro consiglieri con molti so-prasaglienti lo assistevano. Un portantino, largo navilio di sessanta remi, ripeteva i segnali, e cinque tartane portavano il biscotto, carne salata, acqua, scudi, sassi, verrettoni e balestre. Come Pisani ebbe scoperto i Genovesi con forze tanto superiori, ei si affrettò di allontanarsene; e senza indugio, dall'acque di Scio ov'era pervenuto, si
(I) Chron. Eslen., t. XV. R. I. S.
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