La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUARTO <349
co, perorò in senato, tornato a Milano (1), scrisse un'ultima lettera al doge Dandolo rammentandogli l'incostanza della fortuna. Tutto fu vano, perchè i Veneziani pretendevano, come è costume di chi vince, i loro vantaggi essere una prova della loro ragione, e una manifestazione del l'eterna giustizia. Crebbe la fiducia di quelli al crescere de'collegati, che furono gli Scaligeri di Verona, i Carraresi di Padova, gli Estensi di Modena e i Gonzaga signori di Mantova, ai quali la potenza dell'arcivescovo Giovanni faceva invidia e timore.
Tuttavolta le armate navali non furono così numerose come dianzi. Niccolò Pisani, decoro e sostegno del veneto nome, ebbe il comando di trentacinque galee, sei grosse navi e venti legni minori. Non misero da principio alla vela che sole venticinque galee genovesi; ma poscia le rinforzarono altre dieci, guidate da Visconte Grimaldi. Capo di tutta l'armata fu eletto di nuovo Pagano Doria, a dispetto di quelli che invidiavano le sue virtù. All'isole di mediocre estensione spesse volte la guerra giova più che la pace; la Sardegna pertanto sperava qualche ristoro a'suoi mali. Perocché dure eran le leggi de'suoi nuovi conquistatori, durissima l'esecuzione. Il divieto di abitare in Sassari erasi esteso al castello di Cagliari e ad altri luoghi ancora; pareva che l'esser Sardo fosse delitto in Sardegna. Onde la città di Alghero, terza città del regno in ricchezze, non potendo durarla più oltre, cacciò via il presidio
(I) Variar. Ili, V Kal. jun. 1354.
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