La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUINTO !f>153
tanto disagio non avendo potuto rimediare già mai, egli non abitava, e udienza altrove non concedeva che nel suo forte castello di san Zobbia, in que'giorni e a quell'ore soltanto, chesentivasi meno nervoso e di sè più sicuro; nelle quali occasioni un sagace discernimento e un ascoltare grazioso cancellavano le sinistre impressioni della sua ritrosia. Ebbesi di ciò un esempio del ricevimento della deputazione genovese, e un altro se n'ebbe all'arrivare del re di Napoli in Milano. Filippo gli assegnò per luogo di custodia il suo proprio castello; ma vederlo non volle che il terzo giorno dopo la sua venuta, e verso sera. Gittos-si Alfonso nelle sue braccia, e dopo molti ringraziamenti entrò a parlare della sua sventura. Di poi osservando come Filippo l'udia volentieri, prese a mostrargli con piacevolezza, quanto lo stato presente delle cose differisse da quello che era al principio della guerra. Allora un principe demente, o in suo nome due pazze fazioni davano il reame di Francia in preda all'Inghilterra. Ora all'opposto che Carlo VI e Arrigo V erano estinti, la debole minorità del figlio di Arrigo, e la gioventù baldanzosa del figliuolo di Carlo assistita da inesplicabili prodigi, avevano rivoltate le cose; e già poco mancava ch'espulsi affatto gli Inglesi, la Francia non diventasse un'altra volta, come l'ampiezza e situazione sua volevano, la prima monarchia d'Europa. Ciò presupposto, era egli sano consiglio il precipitare dal trono di Napoli colui che contrastavane la possessione a un re francese? Tornerebbe ciò in conto al principe di Genova e della Lombardia? Genova era già
| |
Zobbia Napoli Milano Alfonso Filippo Francia Inghilterra Carlo VI Arrigo V Arrigo Carlo Inglesi Francia Europa Napoli Genova Lombardia Filippo Genova
|