Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
gG STORTA DI GENOVA
1148-1149 Genovesi stettero contenti d'un terzo del bottino e della città. Il Conte, in compenso del massimo e maraviglioso servigio prestatogli dallo stremassimo popolo genovese nella presa di Tortosa, donava alla chiesa di San Lorenzo due terze parti dell' isola «posta sull'Ebro dinanzi alla città, e liberava 111 perpetuo i Liguri dai dazii che pagavano in Ta-raarica, mentre portavausi nelle Spagne o ne partivano.
h5o-ii54 Ma da quello che seguì l'anno dopo in Genova, .argomentar puossi che questa spedizione recasse alla Repubblica più gloria che lucro, giacche essa si vide nella necessità di cedere per quindici anni alcuni suoi diritti di pesi e misure, onde ricavar danaro che bastasse ai debiti incontrati per sopperire alle spese di quella guerra. Allogava altresì tutte le sue possessioni di Tortosa per ventinove anni colle solite cautele. Comperava però dal Marchese Alberto Zeuto e dalla Contessa Metilde, il castello di Palodi, e da Guglielmo V Marchese di Monferrato quello di Montalto, che già aveagli tolto di forza.
E qui si scorge come la Repubblica per alcuni anni languisse, non tanto perchè nulla operava al di fuori che sia degno di memoria, quanto perchè l'ordine che la reggea al di dentro si mostra vacillante e dubbio. Egli è a questi tempi che s'incontrano i primi germi delle terribili discordie di cui son piene le storie succcessive. Ma dalla cauta riserbatezza degli annalisti non c'è dato ricavarne
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