Storia popolare di Genova di Mariano Bargellini

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      318 STORIAapparato a trattare questa pace in Genova direttamente, ed un momento P orgoglio soddisfatto faceva obliare i danni e V offesa.
      La mancanza degli aiuti aragonesi, non faceva venir meno i fuorusciti nel loro proposito di ricuperare la patria: trascinati da un desiderio violentissimo, accoglievano con avidità le facili illusioni della speranza. Tre galere fiorentine guidate da fuorusciti genovesi furon prese a Porto Maurizio. Un Fregoso e un Fieschi entrati in città con una masnada di villani, non favoriti, ebbero a ritirarsi; Tommaso stesso con seguito di partigiani, spalleggiati da quattrocento cavalli e ottocento pedoni sotto gli ordini di Tommaso Frescobaldi commissario fiorentino, assalta la città ed ò ributtato (4 427); si ritira a Recco dove perdè tre galere, ritorna rifatto di forze sotto Genova, scala le mura due volte di notte, un'altra di giorno, è respinto sempre, finché assalilo nel campo, debole per le perdite sofferte, è rotto completamente, le sue genti parte uccise parte prese, il commissario fiorentino rimane anche esso prigioniero, e spira fra i tormenti, fermo nel negare ogni rivelazione. La infelicità di questi successi non iscoraggiava pertanto la caparbia ostinazione dei fuorusciti.
      Non appena al cardinale Isolani (1428) era successo Bartolommeo Capra arcivescovo di Milano come governatore della città, che Barnaba Adorno, fidando nelle parole di un sacerdote il quale gli prometteva di fargli avere la fortezza di Castelletto; accostatosi alla città con cinquecento uomini, ne spediva sessanta per occupare il forte. Ma scoperta la trama, i soldati furon presi, ed i principali fra i congiurati, impiccati. D'altra parte le cose andavano infelicemente al duca. Il Carmagnola disgustato dei cattivi trattamenti che Filippo, mosso da geloso timore di potere, usava da gran tempo verso di lui, abbandonava la bandiera ducale e divenuto in breve capitano generale delle genti veneziane prendeva la città di Bergamo. Questa perdita e la moltitudine dei nemici che aveva a combattere inclinarono il duca alla pace. Ottenutala per la mediazione del papa, restituì Bergamo ai veneziani, Vercelli al duca di Savoia; onde ebbe agio di potersi rivolgere con maggior frutto alle cose di Genova sempre pericolanti per F indomita ostinazione dei fuorusciti (1429). Contro Barnaba Adorno che fomentava l'insurrezione in Polcevera, arrivava potente di forze Niccolò Piccinino. V Adorno troppo debole per resistere, si ritirò e die' luogo al capitano ducale, il quale fieramente adirato contro i polceveraschi, sempre pronti ad accorrere ove era
     


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Storia popolare di Genova
dalla sua origine sino ai nostri tempi (Volume Primo)
di Mariano Bargellini
Enrico Monti Genova
1856 pagine 607

   

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