I misteri di Milano di Alessandro Sauli
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come di consueto, intenta impassibilmente a un lavoro d'ago, la sua protetta.
— Dovete pensare che non siamo eterni, riprese poco stante con un sospiro; che, quando meno ce l'aspettiamo, saremo chiamali lassù a rendere strettissimo conto delle nostre azioni, e che se ciò avvenisse oggi o domani, (la marchesa rabbrividiva al pensarlo) benedetto sia sempre il Signore ne'suoi decreti 1 — quando ciò avvenisse, amico mio, lascereste una povera famiglia nella desolazione ; una creatura, che quasi non conoscete, e che ha bisogno d'un nome.... d'un nome, mi Capite?...*
— Non mi ero dunque ingannato! pensò l'amministratore, gittando alla sfuggita, involontariamente quasi, uno sguardo di corruccio sulla
• proletta della marchesa.
Poi, con quella padronanza di sè stesso che non l'abbandonava nel maggior pericolo, studiò pacatamente il partito che gli era offerto.
Contrapposto il poco già fatto al moltissimo che poteva farsi, co-
inobbe di non aver abbastanza cementato le prime pietre angolari della sua fortuna.
Àncora una diecina d'anni, passati chetamente a rosicchiare il bilancio, ed egli realizzava il sogno più bello, l'aspirazione più ardente della irrequieta sua giovinezza.
Posto nell'alternativa, o di divenir ricco e potente, o di tornar povero e spregiato, Gabriele non poteva esitare; e quando la marchesa, rompendo per la prima il silenzio, che durava da qualche minuto, gli chiese :
— E così? che avete deciso?... cosa rispondete?
' — Di fare in tutto e per tutto la volontà della mia padrona, rispose con accento tra il rassegnato e il contento l'amministratore.
— Figliuola mia, sclamò la Fabiani, indirizzandosi alla sua protetta, ringraziate con me il Signore della felicità che vi manda, a voi e al frutto colpevole della vostra debolezza, come finora 1' avete benedetto nell'avversità e nel dolore. Te Deum laudamus...
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' La donna levò gli occhi al cielo, su'quali splendette una rapida espressione di trionfo, velata a stento da un pronto sbassar di palpebre, ipòcritó e falso come il sentiménto d'umiltà cristiana che voleva significare.
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Un mese dopo, le nozze furono celebrate senza gioia, perchè forzate; con pompa, 'perchè la marchesa amava l'esemplarità.... Io scandalo persino nel ravvedimento.
E da quel giorno incominciò la dolorosa espiazione dell'assassinio diJ * t
Paolina' Boldi, -la sorella del Legnaiuolo.
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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito 1859
pagine 492 |
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Pagina (134/525)
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Capite Gabriele Fabiani Deum Boldi Legnaiuolo
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