I misteri di Milano di Alessandro Sauli

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      . — Domando per ciò a voi, insistè un po ironicamente Luciano^ all'intimo e generoso amico di mia madre, qual insegna gentilizia potrei
      10 far improntare sul mio scudo di guerra se mi trovassi al posto d'uno di que'vecchi e bravi gentiluomini di una volta?
      Il notaio temeva sempre gli occhi confitti sul pavimento, borbottando frasi monche e inintelligibili.
      — Forse la sbarra del contestabile di Borbone? continuò il giovinetto-Era l'insegna de'figli illegittimi, dei diseredati. Oh, lo apprendo dalla vostra confusione, o signore! soggiunse con amarezza Luciano; io mi ?chiamo Arcangeli perchè mia madre si chiamava Arcangeli; e perchè l'uomo a cui devo la vita non sa d'essermi padre, o n'ebbe appena il presentimento in un istante di colpevole debolezza; perchè mia madre infine....
      A queste parole il signor Emanuele levò gli occhi al cielo, interrompendo con indicibile espresione di accoramento:
      — Povera donna! il Signore, togliendoti a noi, ti risparmiò jl più gran dolore che abbia mai lacerato il cuore d'una madre — quello d'udirsi snaturatamente accusare dal labbro stesso del suo figliuolo!
      Il giovinetto si fece pallido come un morto; nascose il volto fra le due palme, e ruppe in pianto dirotto.
      Trascorsero altri cinque anni.
      In codesto frattempo il carattere di Luciano subiva una mpdificazione profonda. Assorto completamente ne'suoi studij, il giovane artista finse non volersi curar più che tanto di penetrare il segreto della sjia nascita.
      D'altra parte, le indagini sul conto di suo padre, per quanto minuziose e insistenti, non sarebbero state coronate da alcun successo. >
      II notaio, sebbene amico intimo della Beatrice, non avrebbe potuto dargli nessuno schiarimento in proposito: quando egli conobbe la giovane paesista, Luciano aveva due anni, e, per intrinseca che si voglia supporre una relazione, le vere, oneste e grandi amicizie impongono que' reciproci e dilicati riguardi, che sono una condizione assoluta della loro esistenza. Il signor .Emanuele potè deplorare in cuor suo le .terribili conseguenze di una sciagura, che aveva soffocato lo slancio di, quella splendida intelligenza di ventun anni, ma era abbastanza uoipo di mQndo, abbastanza onesto per non provocare una di quelle effusioni di cuore, da cui rifugge con disgusto una donna, allorché all'inconscio abbandono dell'amante sopravvisse Jn cuor suo la disdegnosa fierezza dell'artista e
      11 pudore invincibile della giovinetta.
      Beatrice non aveva mai pronunciato il nome ,del padre del pgliuol suo,; jl vecchio nonno, — colle spente pupille sempre rivolte al cielo, esprimenti la muta rassegnazione delle .animi veramente grapdi — nemmeno.


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I misteri di Milano
Storia contemporanea (Volume 2)
di Alessandro Sauli
Libreria Francesco Sanvito
1859 pagine 492

   

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