Storia di Roma di Ettore Pais
ROMA È RIEDIFICATA. GUERRE CON I POPOLI VICINI. 59
patria. (l) Si delibera di rifabbricare la Città; lo Stato dà gratuitamente la materia prima e le tegole, ed entro un anno Roma risorge dalle sue mine. (2) Nella fretta, non si bada a tener un certo ordine; così gli antichi spiegavano la forma irregolare delle vie romane; ed a dimostrazione ed a spiegazione nello stesso tempo di un tal fatto aggiungevano che, sotto le case fabbricate a casaccio ove lì per lì pareva opportuno, scorrevano in età tarda le cloache, che in origine erano state invece condotte su terreno pubblico. (9)
Si provvide, il che è riferito per Tanno successivo (389 a. C.), a ritrovare le antiche leggi e trattati; alcune vennero di nuovo pubblicate, altre, soprattutto quelle che si riferivano alla religione, per volontà dei pontefici, furono soppresse e tenute segrete al volgo. (4) Si fece in certo modo un'inchiesta intorno alla causa della sconfitta patita sulle sponde delTAllia: venne attribuita alla mancanza di osservanza religiosa da parte del tribuno Sulpicio, ed il giorno della sconfitta, che si notò poi essere lo stesso in cui era avvenuta quella del Cremerà, fu dichiarato religioso. Si colse anzi l'occasione per dichiarare tali i giorni successivi alle Calende, agli Idi ed alle None. (5) Il tribuno della plebe Gn. Marcio citò in giudizio Q. Fabio, che davanti alle mura eli Chiusi aveva combattuto contro i Galli: a certa condanna venne sottratto da morte così opportuna che da alcuni veniva reputata volontaria. (6)
Con il 389 a. C. hanno pure principio di nuovo le ostilità con
(1) Liv. V, 51 sqq.; Plut. Cam. 81 sq. L'aneddoto del centurione v. anche in Val. Max V, 1, 5; Zonar. VII, 23.
(2) Liv. V, 55, 3: u tegula publice praebita est. questo tratto si trova anche in Diodoro, XIV, 116, 8.
(3) Liv. V, 55, 5; Plut. Cam. 32, 5. Diodoro, XIV, 116, 8, dice pure; S'.órcspuixspov aOgyjftévTsc; oòx YjguvYjfryjaav sù&sÉac; rcoiyjaat xàg
(4) Liv. VI, 1, 9.
(5) Liv. VI, 1, 11. Questa notizia era già riferita dall'annalista Cassio Emina apd Macrob. I, 16, 21, il quale dice che l'aruspice, che ai Romani spiegò la ragione del disastro ed il modo di propiziarsi gli dei, si chiamava L. Aquinio (cfr. s. p. 25, n. 4); cfr. Verr. apd Gell. NA. V, 17. Su ciò rimando al volume di complemento al presente.
O Liv. VI, I, 6 sq.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (106/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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