Storia di Roma di Ettore Pais
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cap. vi. - dall'invasione gallica etc.
0 la fortuna degli scrittori dettero maggiore peso ed autorità. E chiaro che sui racconti degli annalisti più vetusti, come Fabio e Catone, si sovrapposero le memorie dei Furi, dei Sulpicì, dei Manli,
1 quali al pari dei Licini, dei Lutazi, dei Popilì, ebbero rappresentanti ed espositori più o meno eloquenti ed illustri delle loro pretese genealogiche e politiche. (l) E queste memorie vennero variamente fuse e coordinate da una infinita serie di posteriori compilatori, dall'annalista Gellio a Valerio Anziate ed a Cornelio Nepote.
Qualcuno dei tratti leggendari derivanti dalle spiegazioni di sacre cerimonie era già riferito dagli annalisti del secondo secolo. Così Cassio Emina, per quello che pare, raccontava la storia di
(l) Rispetto alle memorie dei Furi deve forse tenersi presente L. Furio il console del 136 a. C., la fonte di Sammonico Sereno apd Macrobio, III, 9, 6 sqq., rispetto alle indicazioni relative alle evocazioni degli dei stranieri a Roma. Cicerone, ad es. Brut. 28, 108; de orat. II, 37, 154, lo dipinge come fautore degli studi greci e come assai colto.
Fra i celebratoli dei Furi deve pure annoverarsi il poeta A. Furio autore di annali in cui si cantavano le guerre galliche, Macrob. VI, 1, 31; Gell. XA. XVIII, 11; Acr. ad Horat. sat. II, 5, 40; Sch. Ver. Aen. IX, 379, contemporaneo ed amico di Q. Lutazio Catulo, il console del 102, che a lui dedicò la sua storia, Cic. Brut. 35, 132. Con il Ribbeck, Geschichte d. roem. DichUiny; 1, p. 295; contro l'opinione accolta dal Teuffel-Schwabe, Geschichte d. roem. Liter. § 192, 5, propendo a credere che il poema epico sulle guerre galliche vada attribuito a lui, anziché a Furio Bibaculo di Cremona. Chi fosse questo Furio ignoriamo, ed il fatto della dedica di Catulo non lascia nulla a concludere rispetto alla sua condizione sociale; si pensi ad es. alla dedica di Postumio Albino ad Ennio. Ma se anche, come pare si debba ricavare dal prenome non meno che dal cognome di Anziate, egli non aveva nulla a che fare con i patrici Furi Medullini Camilli o Purpureones etc., ciò non esclude che egli si potesse interessare a celebrare la memoria di costoro, cosi come per tacere di altri, potè forse glorificare i patrici Claudi, Claudi Quadrigario (v. s. parte I), e Valerio Anziate glorificò, come generalmente si ammette, le gesta dei patrici Valeri. Fra le notizie che derivavano dalle memorie dei Furi va notata la fonte dell'elogio CIL. I2, n. VII, p. 191 in cui, discorrendosi di M. Camillo, si rammenta la severa punizione da lui data ai Veliterni; fatto di cui nella tradizione comune non è pervenuta memoria e che si spiega del tutto tenendo presente la storia di Velitrae nel 338 a. C. al tempo di L. Furio Camillo, Liv. VIII, 14; v. oltre; cfr. al cap. sg.
Rispetto ai SulpicT è appena necessario ripensare al dotto C. Sulpicio Gaio o Gallo, tribuno militare sotto di A. Paolo Emilio alla battaglia di Pidua, che:
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (217/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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