Storia di Roma di Ettore Pais

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      280 CAP. VII. - DALL'INTERVENTO ROMANO NELLA CAMPANIA ETC.
      tale notizia meriti o no fede, o se invece contenga il correttivodell'altra certamente falsa, che nel 339 a. C. si sarebbe stabilito in
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      massima che due censori potessero essere scelti dai plebei, non abbiamo modo di definire con tutta sicurezza. Certo è molto sospetta, anzi falsa, la tradizione che Publilio Filone, primo dei plebei, avrebbe conseguita la pretura per il 337, dacché, come facciamo rilevare a suo luogo, la notizia sui pretori aventi separate e distinte attribuzioni giudiziarie a partire dal 366 non merita fede più di quelle particolari sui singoli pretori eletti nel IY secolo e distinti dai consoli. (*) E nel caso nostro va aggiunto che la pretura di Publilio Filone del 337 male si accorda con il dato secondo cui questo stesso personaggio sarebbe di già stato console e dittatore sino dal 339 a. C. Che se anche si dovesse ammettere che durante la dittatura di Q. Publilio. o qualche anno più tardi (332 a. C.), fu stabilito che uno dei due censori venisse creato fra i plebei, è assurdo pensare che la plebe abbia aspettato altri due secoli, ossia sino al 131 a. C., a tradurre in atto il diritto, conseguito sino dal 339, di eleggere fra i suoi ambedue codesti magistrati.
      Il più superficiale esame di Livio dimostra del resto che questa falsa notizia deriva da quella stessa redazione che nel 342 poneva il falso plebiscito Genucio, per cui ambedue i consoli potevano essere scelti fra i plebei. (2) Ed è poi naturale mettere in rapporto i plebisciti Gemici con le pretese di codesta gente, che fra i plebei si vantava aver dato i primi tribuni militari investiti della potestà consolare, ovvero i primi consoli. (3) In tutto ciò è infine ovvio scorgere una falsificazione storica e costituzionale analoga a quella degli altri annalisti, che l'arrivo dei plebei alle supreme magistraturelì V. oltre nel corso del capitolo.
      2) Ciò risulta nel modo più evidente da Livio, Vili, 12, 16: 4 tertiam f i. e. legem) ut alter utique ex plebe, cum eo ventum sit ut utrumque plebeium fieri liceret, censor crearetur, „ daccbè queste parole si riferiscono appunto ad uno dei plebisciti Gemici sopra discussi, v. Liv. VII, 42. 3: u utiqne liceret consulesambos plebeios creari
      3 V. s. p. 30; 157; cfr. s. parte I, p. 562, n. 2.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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