Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIBRO SECONDO, CAPO QUARTOagli altri egli era il sospirato, l'aspettato da lutti, il pio liberatore, nuovo Davidde, novello Carlomagno* A Milano la dieta de'principi si accingeva a deporre l'odiato provenzale, quando costui li manḍ ricercando di aver riguardo all'innocenza ed alla giovinezza del re Lotario suo figlio. Egli se n'andrebbe in Provenza; e non esser dovere che Lotario portasse la pena de'suoi peccati. Ebbe infatti la dieta pietà di Lotario, giovane d'egregia indole, e molto dissomigliante dai padre. Berengario medesimo se ne contenṭ. Se non che Lotario ebbe il nome di re, ma da quel punto il vero sovrano fu Berengario. Questi era marchese di titolo, ma re di fatto, come dice Liutprando;laddove Lotario non aveva nemmeno l'autorità d'un conte. Pure di quel simulacro d'autorità sarebbe incresciuto a Berengario, se fosse vero, come ne corse voce, che la morte di Lotario avvenuta a Torino il 22 di novembre 950 gli fosse stata procurata col veleno (6). Meno d'un mese dopo Berengario n univa all'esercizio della regal podestà anche il titolo che sol gli mancava.
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (140/531)
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