Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo terzo
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a cui si ricide un' industria quanto più colpevoletanto più lucrativa.
Poco dopoessendo il luogo fuor di mano
ed insalubrefurono trasferiti nello spedale de' frati di S. Giovanni di Dio. Ma non potè rimaner lungo tempo in fiore lo Spedale della Carità
perchè di nuovo la pestilenza e la guerra lo ridussero al nulla. Riordinato per cura della Compagnia di S. Paolo
e principalmente del presidente Bellezia
cogli aiuti di Madama Reale
venne riaperto il 15 maggio 1650 in un gran casamento de'signori Tarini
in via di Podonde venne poscia trasferito nell'isola ora occupata dal Ghetto. Di nuovo si vietò sotto pene severe il mendicare. Ma sempre questa vivace gramigna si riprodusse. Fosse il vitto dell'ospedale troppo tenue
fosse il reggimento del medesimo non abbastanza miteo l'irrequieta bramosia d'indipendenza
di molod'aria
di luced' orizzonte non circoscritto
o 1' abbonamento ad ogni faticada quella in fuori di barare il prossimo
molti fuggivano dallo spedale; e nel 1651
1654
1657 si stabilirono e si rinnovarono pene contro ai fuggiaschi. I mendicami validi doveano essere presi e condotti allo spedale; e molli per una carità tutta di nervi e non di mente abbominavano quella apparente durezza; onde fu necessario comminar pene a chi impedisse la cattura de'mendicanti.
Nel 1679 Maria Giovanna Battista
temendoda lanli poveri radunati in un sito angusto
pericolo di
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Storia di Torino
Volume Secondo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 775 |
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Pagina (527/781)
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