Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani
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protettor di Vasto, ritolti ed indirizzati oi siamo, la gra.' zia è concessa , il miracolo per naturali modi è operato. Ma quanti prodigii ad un Umpo si pretendono? Forse sospènder doveasi la flagel Istrice epidemia nell' atto di concepirsi le preghiere , e prima che molto si fosse orato nel Novenario e nella festa ? Forse la morte dovea ritirar gli strali che già profondamente si erano infitti nelle vitali parti de'cittadini ; ovvero i malmenati infermi corpi tras-mutar, si dovea no. prontamente in sane robuste macchine atte a non risentire il rapido cambiamento dell'atmosfèra, che tanto puà nella decisione degli acuti morbi ? In fine, > scender doveano gli Angeli dal Cielo a diseccare gli stagni del nuovo lido , donde quelle Febbri miasmatiche perniciose, che apparsero sin da Giugno, col contagio petecchiale dominarono ed a molti levarono la vita$ Come man mano si tranquilla il mare, che dalla tempesta venne agitato , così gradatamente la pubblica salute doveasi rimettere. Dal c,ì 21 all' ultimo del mese non fu maggior di otto , nè minore di due il numera delle quotidiane morti, e tutta la somma di Ottobre ascese a agg* Il Decurionato ringrazia e rimunera il Dottor Fisico Sideri * il quale richiamato. da'proprii affari, si parte da Vasto» nel dì a8 127)v Novembre 1847.
Decresce, sì, ma pur notabile è la generale infermità: ve-desi chiaramente starne la cagione, non nel contagio, ma nelle malnate perniciose Febbri periodiche; e quantunque elleno dal freddo-umido si posson ingenerare (pag. i65), non è da trascurarsi il diseccamelo degli stagni del nuovo lido. Torna perciò, il municipal Consiglio ad occuparsene {1,128); ma ppr ora le b.raocia né mancano* Sta ki proporzione delle molte malattie il giornaliero numero de'.morti , che a in questo mese montarono ; ov poiché svelata ysemplice presentasi la natura del morhe oggi dominante* come indi diró^ e sufficiente si stima il numero de'Medici. Vastesi , il Decurionato a dì i4 di questo mese scrive ono-rifica lettera di ringraziamenti e di commiato» a* Fisici Àn-gelucci e Franciscbelli (1129)^ Frattanto impolendosi dalla piovosa stagione il facile trasporlo de' cadaveri a Collemai-tino ; cessato essendo fin il sospetto di contagio;. ed altronde la calce avendo prontamente divorate le umane spoglie nelle sepolture della città, riapresi il sotterramento io S. Pietro a di 2 Novembre. Però *o non a tutti era concessa la. tomba in città , ovvero q^jivi si seppelliva quandi la pioggia ostava il notturno trasporto a Gollcmartino: del* resto, circa i 18 Novembre quel Colle cessò di accogliere
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