Storia di Vasto. Città in di Luigi Marchesani

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      spogliata, delle infermità corse ne'primi mesi dell'anno , pur di Febbri petecchiali risultava, sebbene ancora rare/
      Epoca III. Da Giugno a tutto Settembre 1817.
      Il rinforzo del contagio apportato da*poveri e la com~ parsa delle petecchie nella universalità degli ammalati numerosissimi danno irrefragabil prova della epidemica costituzione petecchiale in questa epoca ; ma nostra sventura volle che insolitamente da Giugno le Febbri miasmatiche cominciassero a dominare; e perciò da due generi di Fèbbri , che con metodi diametralmente opposti si debbono trattare, tutta la Epidemia si componesse ; però diffusè non si erano le ultime , abbenchè poi per V indole loro perniciosa si rendeamv crudelmente, mortali come te Fel>* bri petecchiali lo erano. Forse nella sola nostra città siffatta iniqua lega si avverò. Ella è verità inconcussa eie-le malattie frammezzate ad epidemico morbo vestano le divise di questo, senza deporre la propia natura; laonde q> V potrebb'essere avvenuto chele miasmatiche Febbri ne avessero illusi con le apparenze di macchiette petecchiali , specialmente quando la moltitudine degl'infermi- impediva jfl Medico la frequenza delle visite necessarissima a scoprire le^ -febbri larvate. Scrivo j>er tutti, ma i soli; ministri di E-. sculapio possono valutare appieno quel, eh' io dico. Accostandomi poi alle Febbri petecchiali, applicherò aVasi no^ stri quanto generalmente nel Regno avveniva. Erasi forse conosciuto con pienezza di lumi di persuasione, almeno da tutti , cbe i contagli agissero stimolando, e che perciò la sola cura rinfrescativa riuscir poteva a debellare la Fèbbre petecchiale, (morbo peraltro assai gravej e non la China, o il Muschio? Forse non dettava Browo qualche suo concetto nelle nostre scuole? Oh quanto erano pochi que' Medieicbe combattevano con farmaci evacuanti e debilitanti la debole7za di oppressione, ingannatrice debolezza, con la qui le la Fel-bre petecchiale si presenta e progredisce! Io non dico che Medici tanto illuminati mancarono alla città nostra ; ma non potrei persuadermi che un men veggente non vi sia stato, il qual poi vie più ravvolto fosse-rimasto dalle mescolate forme delle due Febbri dominanti , e dalle considerazioni della carestia produttrice di discrasie e di putredine. Del resto , qui soltanto si ebbero i men veggenti ? Lo stato della Scienza medica , e la novità del male ne producevano dappertutto (1 i3o). Io non saprei pennelleggiar meglio la generale confusione de'Medici, che ridicendo col Fracaétoro, in proposito della Febbre petecchiale a[pirsa in Italia la prima volta nel 15o5: ciascun Medico sceglieva rimedii
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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore
di Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli
1838 pagine 364

   

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