Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
VLE DUE CORRENTI STRANIERE
i ministri socialisti di francia — guesde e l'italia — L'opinione di Sembat — Guerra e socialismo — Pichon torna alla carica — Una risposta italiana — Il passo indietro a Parigi — La stampa inglese — Il pensiero dominante nel Recno Unito — La politica del poi — Un'alleanza nell'avvenire — Interviene il « Times » — La suggestione austro-tedesca — Lo spirito dominante a Berlino — Uno scuardo ai giornali — Le considerazioni d'un ex-diplomatico — Un rude invito — L'articolo del conte Andrassy — Conrad von Hoetzendorf entra in scena — Il « comunicato » strabiliante — Una studiata dichiarazione ufficiosa — Eloquente coincidenza.
Costituitosi in Francia il grande ministero, entrarono a farne parte i socialisti Guesde e Sembat.
Socialista di vecchia data, attirato fin dalla prima giovinezza dalle teorie di Carlo Marx, spirito indomito, carattere battagliero, Giulio Guesde, esiliato dalla Francia dopo i fatti della Comune, si era rifugiato a Roma nel 1873.
L'accoglienza trovata nella giovane Capitale del Regno d'Italia da parte di qualche italiano da lui conosciuto a Parigi, dispose l'animo del rivoluzionario a sentimenti di affetto e di riconoscenza per l'Italia, che non si smentirono mai. Da Roma, Guesde si recò in Sicilia ed infine, quando la amnistia per" gli esiliati ed i condannati glielo permise, Giulio Guesde rientrò in Francia dove riprese la sua ardente propaganda.
Deputato di Roubaix da due legislature, Giulio Guesde era divenuto, dopo la morte di Giovanni Jaurès,
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