Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
L'INIZIO DELLE OSTILITÀ
corrente che, partendo da Pola e Trieste, può recare contro le nostre coste, inondando il nostro mare, tutte quelle mine che al nemico piaccia inviarci, senza pericolo di ritorsione.
« Queste le posizioni dei due avversari : coperto di acciaio l'uno, con celata e pettorale, a petto nudo l'altro.
« Nell'assalto ad una trincea è necessario anzitutto far tacere l'artiglieria che la protegge. L'artiglieria nemica, la flotta in questo caso, è vano ripeterlo, è così bene rimpiattata, che tutte le forze navali del mondo, riunite insieme, si spunterebbero contro i suoi ripari. Allora, per costringerla a scoprirsi, ad entrare in azione, occorre, per vie traverse, attaccare la trincea con i suoi reticolati, con ile sue insidie, con tutti i mille rinforzi che si chiamano, nel nostro caso, sommergibili, sbarramenti, isole.
« È a questo sgretolamento della trincea ciclopica che attendono oggi le navi italiane : compito arduo e meno piacevole di una vera e propria battaglia navale, per la quale le navi furono create e gli equipaggi educati.
« È questo misterioso lavoro che il popolo ignora, perchè compiuto in silenzio, perchè necessariamente avvolto nel più impenetrabile mistero, che i marinai d'Italia vanno compiendo da sei mesi, senza un attimo di tregua, senza uno scoramento. Chè lassù, ove gli altri fratelli combattono, essi hanno almeno la suprema delle consolazioni che manca ai marinai.
« Rotto 1* ostacolo, essi possono battersi, possono misurarsi a corpo a corpo col nemico, ed esaltarsi della vittoria; questi, al ritorno di una crociera sfibrante o di una rischiosa missione, nella quale hanno esaurito tutte le loro forze, nella quale hanno arrischiato cento volte la loro vita, non meno di coloro che si trovano al fronte, nessuna soddisfazione li attende, nessun conforto, se togli quello del dovere compiuto.
« E, quanto alle perdite inevitabili di uomini e di navi, si pensi soltanto alle vittime che richiede la rottura di un reticolato di una trincea, e si vegga nella pro-
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