Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LE BATTAGLIE DELL'ISONZOvano la occupazione del Dente del Pasubio. Tosto il nemico concentrava in questa direzione tutti i propri sforzi. Bombardamenti di artiglieria di estrema violenza, attacchi incessanti con colonne sempre più forti di truppe scelte e fresche, fatte affluire rapidamente con autocarri, nulla esso lasciò intentato per riprendere il possesso completo della posizione. Così durante le giornate del 18 e 19, non meno di nove attacchi e contrattacchi si svolsero con alterna vicenda sulla contrastata altura. Vi fu un momento nel quale le nostre valorose fanterie poterono conquistare il Dente, la selletta antistante e anche il cocuzzolo a nord di essa; ma gli incessanti concentramenti di fuoco di numerose artiglierie nemiche di ogni calibro su posizioni che non si aveva tempo di rafforzare, la scarsità delle comunicazioni col tergo, rappresentate da un solo e stretto sentiero, e la conseguente difficoltà nei rifornimenti consigliarono a sgomberare la posizione del Dente.
« Un periodo di violente intemperie, durato sino alla fine di ottobre, con abbondanti nevicate e tormente, che paralizzavano l'azione delle artiglierie e mettevano a dura prova la resistenza delle nostre truppe, obbligò a sospendere le operazioni. Risultato di esse : la conquista di tutta la vasta zona dell'Alpe di Cosma-gnon, il possesso della quale dava sicurezza alla nostra occupazione ' in Vallarsa e Aiaggiore spazio e libertà di movimento sul Pasubio.
« Le perdite subite dal nemico furono assai gravi, sopratutto per i tiri aggiustati delle nostre artiglierie, che riuscirono più volte a sorprendere l'avversario in formazioni dense. Prendemmo 873 prigionieri, di cui 30 ufficiali, 8 cannoni, 6 mitragliatrici, alcuni lanciabombe e lanciafiamme e ricco bottino di fucili e di munizioni.
« Nelle difficili operazioni fanti di ogni specialità e artiglieri gareggiarono in valore e tenacia : v prezioso ausilio di informazioni diedero i nostri arditi aviatori.
« Di singolare importanza, per l'altitudine del terreno in cui si svolsero e per la importanza degli obiettivi che minacciavano, furono le operazioni condotte
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