Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAformidabili fra loro collegati che vanno ad annodarsi fino alle vette eccelse dell'estremo bordo settentrionale che strapiombano alla Valsugana. Il massiccio del Grappa è accompagnato, sul versante opposto a quello tenuto da noi, da un corteo di colossi che proteggono validamente i corsi del Brenta, del Medio Piave e la mediana valle di Seren. Al di là del Basso Piave, dietro la linea di sponda tracciata da Boroevic nel novembre scorso, apresi una distesa di elementi tattici che, snodati ed appoggiati l'uno all'altro, hanno una profondità media di 15 chilometri e raggiungono il corso della Livenza. Trattasi adunque di un insieme di campi trincerati, la cui efficenza è grande anche se il nemico, dopo il colpo ricevuto e la perdita del fiore del suo esercito, attraversa una fase critica )>.
      Queste giuste osservazioni servivano implicitamente a toglier forza all'illusione che fosse giunta l'ora opportuna per un'offensiva da parte nostra. Illusione che accennava a diffondersi all'interno e all'estero, e che la stampa italiana ebbe il buon senso di combattere.
      Così il Corriere della Sera scriveva :
      « La vittoria ottenuta è grandissima ed è una pura gloria delle nostre armi : ma non la si diminuisce constatando che, se ha salvato Venezia e la valle del Po da una più grande invasione, se ha rialzato il prestigio del paese, riempito di giubilo gli amici e inflitto al nemico l'umiliazione più rovente, essa non ha potuto e non può rovesciare d'un colpo tutti i valori della situazione. La ritirata sulla riva sinistra del Piave è stata imposta dall'eroismo della resistenza e militarmente era logica; ma non si può negare che il Comando nemico ha dato prova di coraggio obbedendo in circostanze critiche alle sole ragioni militari, senza preoccuparsi delle ripercussioni morali interne :< sottraendosi rapidamente alla nostra stretta, invece di insistere nello sforzo per una soddisfazione d'amor proprio, il Comando austriaco non può avere di mira che una riscossa. I suoi piani sono stati sconvolti, la sua albagia fiaccata ; ma non gli mancano i mezzi di allestire una nuova offensiva. Tornate alla linea di partenza, le sue truppe sconfitte vi ritrovano intatte le posizioni di
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 23. La suprema resistenza
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 150

   

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