Stai consultando: 'Io brigante ', Carmine Crocco Donatelli

   

Pagina (32/98)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (32/98)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Io brigante

Carmine Crocco Donatelli
Tipografia G. Grieco, 1903, pagine 98

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Contemporaneamente il rigore dei comandi militari, che con bandi avvertivano delle gravi pene che andavano incontro tutti coloro che aiutavano in un modo qualsiasi la reazione o gli sbandati reazionari, influì enormemente non solo ad assottigliare la mia banda, ma diminuire l'appoggio dei confidenti e delle spie.
   Soffocati ovunque i moti reazionari, rientrati i vari paesi nella orbita della legge, crebbe ne' vari centri l'audacia dei liberali, e nei pubblici Circoli parlando di noi, già un dì terrore della popolazione, ci trattavano da pastorelli, da gente dappoco, facili a fuggire alla vista d'una canna da fucile.
   Avevo occupato il paese di Sant'Andrea ove avevo deciso sostare alcuni giorni per dar riposo alla banda, quando seppi da un confidente che il villaggio di Conza il comandante della guardia nazionale aveva, la sera antecedente, profferite ad alta voce parole di sprezzo verso di me, soggiungendo ch'egli coi suoi militi si sentiva capace di mettermi in fuga colla mia banda. Per punire cotanta superbia i miei capi mi suggerirono di muovere tosto alla distruzione di Conza; non fui del loro parere, e chiamato un mio compagno d'armi gli ordinai di montare a cavallo e consegnare al sindaco di Conza la seguente missiva:
   «Signori di Conza.
   Occupo come ben sapete, Sant'Andrea colla mia banda. Vi intimo, pena la mia venuta costà, di mandarmi la bandiera tricolore del comune, il quadro del Re Vittorio Emanuele e quello di Garibaldi esistenti nella sala del Consiglio, non che la cassa della fondiaria.
   Il tutto dovrà essermi presentato dal Comandante la Guardia Nazionale di persona.
   Do' tempo otto ore.
   Carmine Crocco Generale di Francesco II.
   Sei ore dopo quel comandante era avvilito ai miei piedi implorando pietà per la vecchia madre che sarebbe morta di °lore, ed io pensando a mia madre, gli lasciai salva la vita.