Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino', Gustavo Strafforello

   

Pagina (413/423)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (413/423)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ì
   Mandamenti e Comuni del Circondario di Urbino
   409
   Sommi artisti fornirono disegni e pel soggetto dei dipinti e per la forma dei vasi dnrantini clte, sino da tempo, avidamente ricercati e pagati a prezzi favolosi, furono portati in Francia, Spagna, Inghilterra e nelle principali città d'Italia, ad abbellire musei e gallerie sì private che pubbliche. Eccelsero in questa arte ceramica, tenuta nel massimo onore nei passati secoli: il Sabatini, detto Mar fori, il più antico dipintore di Castel Durante; Giorgio Picchi il Vecchio, che lasciò ai suoi figli una fabbrica fioritissima; Cecco del Vasaro; Guido Bernacchia, che dipinse trecento vasi per la farmacia di Palermo; Orazio Fontana, rinomatissimo in distribuire colori, calcolare gli effetti del fuoco ed autore degli stupendi vasi della spezieria (li Loreto; Ubgldo Scannavino, che vinse tutti nel maneggiare lo stecco; Simone da Colonello, che eseguì numerosi vasi maiolicati, ed altri molti. A trenta due ascesero le vaserie durantine ed eseguivansi i vasi a tornio, a forma ed a stecca.
   La morte di Francesco Maria II, duca d'Urbino, annunziò l'ora estrema per le fabbriche ili Castel Durante, sicché dopo la metà del XVII secolo non rimasero che poco noti artisti e l'arte ceramica decadde rapidamente dalla perfezione somma cui era giunta.
   Francesco Maria II soggiornò a Castel Durante la più gran parte della sua vita e morendo fece dono al Connine della sua magnifica e pregevole biblioteca, che fu poi, da papa Alessandro VII, fatta trasportare al Vaticano.
   Quando lo stato di Urbino fu incorporato nei dominò della Chiesa, il pontefice Urbano VIII elevò Castel Durante al grado di città, cambiando il nome in quello di Urbania. La nuova città fu decorata del seggio vescovile insieme cou Sant'Angelo in Vado, intitolandosi il vescovo da ambedue le città ed alternando, ogni semestre, la sua residenza in ambedue le sedi vescovili.
   Urbania è piccola e graziosa città, fabbricata sulla riva destra del Metauro, che la circonda da tre lati; trovasi a metri 277 di altezza sul mare e dista 18 chilometri (la Urbino e 54 da Pesaro. Essa ha buoni edilizi, strade abbastanza ampie, spesso fiancheggiate da portici che rendono più grata la comodità del passeggio; vi sono anche buone piazze. Notevole è il sontuoso palazzo dei duchi di Urbino, eretto da Federico III di Montefeltro e che fu dimora prediletta di varii suoi successori e segnatamente di Francesco Maria II, che vi aggiunse un delizioso parco murato e, nel prossimo colle, un'amena villa con giardino e caccie riservate. Decoroso è anche il palazzo Comunale e l'Episcopio, prossimo alla Cattedrale. Questa è sotto l'invocazione di San Cristoforo, protettore della città.
   La chiesa del Corpus Domini contiene alcuni affreschi attribuiti a Raffaeli ino del Colle ed un Crocefisso del Barocci. Nella chiesa dei Chierici Minori vedesi la tomba di Francesco Maria II, ultimo duca d'Urbino.
   Il territorio di Urbania è piuttosto sterile nella parte montuosa, dove non produce se non ghiande, pascoli e legna da ardere. Ma nella pianura, che estendesi sulle rive del Metauro, è fertile e ben coltivato a cereali e viti. Tra le produzioni minerali va notata una qualità di terre argillose rosse, che servono alla fabbricazione di stoviglie e vasellami.
   Uomini illustri. — Fiorirono in santità di vita: la beata Margherita, nata nel 1287, terziaria domenicana; Santa Veronica Giuliani, sebbene nata in Mercatello, cappuccina, canonizzata da Gregorio XVI nel 1839; il cardinale Latino Brancaleoni; Gio. Battista Santi, uno dei deputati alla riforma del calendario romano.
   Nella giurisprudenza si segnalarono: Giuseppe Raffaelli, uditore del Senato Rotale; Pucci, avvocato concistoriale e bibliotecario della Chigiana ; Ottaviano Leonardi, avvocato e uditore in Pesaro.
   Nelle arti: Girolamo Grescentini, celebre musico, maestro dell'imperiale famiglia di1 teiina e dell'imperatrice Maria Luisa, onde fu da Napoleone I fatto direttore della
   181 — B.a a^atriBj voi. III.