Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [1795] PARTE SECONDA.-LIBRO QUARTO. 289
      miliziani per dar loro le convenienti instruzioni, il viceré era egli stesso cagione che gli si attraversassero straordinarie difficoltà.
      In ugual modo il viceré rendea vana la proposta che dopo il tumulto del 31 marzo il marchese della Planargia avea fatto, perchè a maggior contegno dei turbolenti si facesse passare nel porto di Cagliari la regia mezza galera che fermavasi nelle acque della Maddalena. Così, venendo alla fine il generale a proporre animosamente al ministro della guerra che si toccasse in sul vivo quella pericolosa e dispendiosa milizia urbana di Cagliari, e si ordinasse il suo scemamento, non d' altro egli paventava che delle difficoltà sarebbe per suscitargli il viceré. Per quelle del negozio, egli aveale affrontate infin d'allora, parlando a quegli uffiziali, baldanzosi dei loro titoli, in modo a sgannarli della ridevole pretensione surta loro in capo di equipararsi alle truppe d'ordinanza.1 Talché, stracco il generale di queste giornaliere contrarietà, erane spinto a chiedere il suo allontanamento da un officio così malagevole. Ma il destino suo lo traeva a luttuoso fine in quella carica.
      Il primo movimento fu dato nel giungere in Cagliari le lettere patenti per la destinazione delle cariche del consiglio di Stato e del magistrato, delle quali si è prima parlato. Le scelte eransi fatte generalmente secondo la tendenza angioina e stampacese. Spiaceva solo, e spiaceva altamente, che a tre seggi nella classe civile della Reale Udienza fossero stati innalzati tre cittadini di Sassari: cioè il Flores, il quale quantunque non nato colà vi esercitava da lungo tempo, come ho detto, officio primario di magistratura, e il Fontana e il Sircana già proposti, come ho pur riferito, dalla stessa Reale Udienza per due posti nella classe criminale. Il ministero e il supremo Consiglio in Torino aveano creduto che la terna per una classe del magistrato valesse a mostrare quei candidati idonei per un'altra; anche perchè era cosa consueta, che i giudici della classe criminale facessero passaggio alla civile, onde fruire dei maggiori vantaggi che in questa ritrovavansi. Credea pure il ministero ed il Consiglio, che, compiuta quella formalità delle terne, fosse
      1 Vedi i num. 32 e 33 delle Pezze originali.
      Storia di Sardegna.


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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