Umberto Adamoli
FAMIGLIE STRINA-ADAMOLI. DA COMO AD AQUILA


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     Vi erano, inoltre, le accuse secondarie che i realisti, per odio di parte, presentavano numerose.
     Tutto ciò, quantunque fosse nelle previsioni, pur non mancava di gettare un certo turbamento nelle tre famiglie, le quali, per sottrarsi ad altre violenze, pure da parte della soldatesca borbonica, che aveva occupato militarmente Tempera, si ritiravano ad Aquila. Anzi, una compagnia di quella soldataglia si collocava nella casa degli Strina, saccheggiandovi quanto vi si trovava. Gli stabilimenti, per l'allontanamento dei dirigenti e di molti operai, anch'essi compromessi, dovevano sospendere ogni attività.
     Ma quella bufera, presentatasi così fosca, non toccava, non deprimeva gli animi forti dei generosi colpiti. Non emettevano un lamento quando lo speciale tribunale condannava l'ingegnere Isidoro Strina, già padre di cinque figli, a sette anni di relegazione, da espiarsi nell'isola di Ponza, ove era subito trasferito.

     Tutti gli ideali, tutti i sogni di progresso, di felicità familiare, di unità e di libertà, cadevano ancora una volta sotto i colpi dell'umana malvagità. Ma non cadeva la speranza, che fiammeggiava sempre viva nel cuore, della riscossa e del trionfo della causa santa.


     GLI ADAMOLI NEL LORO DESTINO

     Il lombardo e patriota Giuseppe Adamoli, distaccandosi, in quel frangente, dai suoceri e dai cognati, nella primavera del 1850, si rifugiava, con tutta la famiglia, nelle montagne del teramano, precisamente a Tossicia. Apriva successivamente, sul vicino fiume Mavone, con gli operai profughi anch'essi da Tempera, altra fonderia di rame. Idea ottima, poiché quell'attività lo liberava non soltanto dai morsi del bisogno, ma anche dai sospetti, di cui erano sempre circondati i forestieri.


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Umberto