Luigi Barzini
Odissea. L'avventurosa fuga di un nostro aviatore dal campo nemico.


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     Alla notte sbucò fuori. Aveva il suo piano. Attraversò il Coritnica sopra una passerella, valicò lo sperone roccioso che è alla confluenza dei due fiumi, entrò nel greto dell'Isonzo, si immerse nell'acqua per girare le testate di reticolati profondi. Andava come un gatto, silenziosamente, adagio adagio, ora per le ripe scoscese, ora lungo i margini. Arrivò ad un reticolato diverso dagli altri. Amico o nemico?
     Alla luce dei razzi gli pareva di riconoscere le nostre posizioni. Ma si era tante volte sbagliato! Udiva parlare nella trincea, e non capiva. Aspettava a terra palpitando, spasimando.
     Ed improvvisamente, nel borbottio sommesso dei discorsi tre parole ha distinto, chiare, dolci, indimenticabili. Sono divampate come baleni in una tenebra: "Desiderio" .... "una volta"... Allora ha sentito in se una felicità così grande che la voce gli è mancata quando ha voluto gridare.
     Poi l'urlo è uscito: I t a l i a n i !

     Luigi Barzini