Carlo Piola Caselli
L'Archivio Segreto di Carlo Adamoli


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      Dopo aver visitato, pilotando il proprio aeroplano (rilevato da Arturo Ferrarin, del quale si conserva il libro di volo da lui appuntato), stabilimenti metallurgici e giacimenti minerari in tutta Europa, verso la fine del 1934 ha intrapreso, con un Caproni Ca 111, con scorta d’onore di caccia italiani sul Mediterraneo, messogli a disposizione dal governo, un volo Roma-Tananarive-Città del Capo, spingendosi fino alla baia delle balene, e ritorno a Milano, effettuando così il periplo dell’Africa, percorrendo in sei mesi circa 40.000 km, in 232 ore di volo, alla ricerca di giacimenti minerari, accolto ufficialmente in Madagascar dal governatore Léon Cayla, anch’egli valente pilota, dove è stato il primo aviatore italiano ad atterrarvi.

      Lì ha conosciuto i trasvolatori atlantici Assolant e Lefèvre, anzi con quest’ultimo ha disquisito lungamente sulla possibilità tecnica di effettuare un volo dalle coste del Madagascar fino a Salisbury e, pur avendo avuto parere decisamente contrario, dopo aver rifatto attentamente tutti i calcoli, è partito per quest’impresa, resa ancor più difficoltosa sia dalla diversa declinazione magnetica effettiva (rispetto a quella registrata nella cartografia assai approssimativa dell’epoca, anche perché nessuno vi si era cimentato prima di lui), che dalle avverse condizioni meteorologiche incontrate, percui ha preferito ripiegare sorvolando lungo la costa e poi lungo il fiume, allungando però il percorso. Primato tutto esclusivamente italiano, stranamente tenuto in ombra nella memorialistica, benché documentato sia dal diario di bordo che da degli articoli dell’epoca.


[dedica a Carlo Adamoli]

      Dopo tante peripezie, all’andata, negli atterraggi, aveva trovato improvvise dune di sabbia, percui aveva dovuto riprogettare e ricostruire il carrello in maniera più efficiente, regolare ad occhio le pale dell’elica che si erano e si sarebbero nuovamente distorte poiché, nel frattempo che provvedeva a ciò, era subentrato il periodo delle grandi piogge e, con i campi fangosi allagati, era stato impossibile vedere le grosse buche! Essendo però un provetto pilota, è riuscito ad uscirne sempre completamente incolume, affiancato dal bravo, fedele ed entusiasta motorista Rinaldo Pretti, che si sentiva così sicuro al suo fianco da scrivere con molta disinvoltura alla famiglia ‘stiamo partendo per Città del Capo e poi ritorniamo a casa’, come se stessero per uscire a fare una gita.


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