Carlo Piola Caselli
L'Archivio Segreto di Carlo Adamoli


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      Il ritorno è stato anche agevolato dal fatto che si è svolto principalmente facendo tappa su campi tenuti dagli inglesi, indubbiamente molto meglio organizzati sotto tutti gli aspetti e per qualsiasi evenienza. Al rientro in Italia, fatta sosta a Roma, dove ha riabbracciato la moglie, accolto dalle autorità aeronautiche e festeggiato dagli amici, ha portato l’aeroplano a Taliedo alla Caproni per la revisione, non mancando di fare qualche gioiosa evoluzione ringraziatoria sopra la basilica di Loreto.
      Dopo aver relazionato in due udienze successive il capo del governo, in particolare, della missione in Madagascar, alla quale era stato incaricato ufficialmente, e ringraziato personalmente il pontefice, per i concreti appoggi avuti dai missionari, ha ripreso con grande intensità le esperienze di laboratorio, come dimostra la copiosa corrispondenza con la direzione generale degli studi ed esperienze del ministero dell’aeronautica, sorta nel frattempo a Guidonia (laddove un patrimonio vanto dell’Italia è andato poi tutto disperso), è stato promosso capitano per merito aeronautico ed ha iniziato a progettare uno stabilimento industriale, con criteri innovativi, da lui realizzato a Chivasso, nell’ambito della SAPPI (società anonima processi privative industriali), conferendo a Panebianco la direzione del laboratorio.

Lo stabilimento di Chivasso

Lo stabilimento di Chivasso, progettato e realizzato da Carlo Adamoli

      Però poi, con l’entrata della nazione nella seconda guerra mondiale, l’‘intelligence’ è riuscita a bloccare quest’importante attività industriale, poiché il berillio, nella sua duplice applicazione, ossia tanto nella berilliatura degli acciai quanto nella produzione come elemento chimico, entrava nell’orbita della tecnologia atomica. Infatti, il prof. Vincenzo Caglioti, quando era presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, mi ha detto, e me lo ha confermato in un incontro all’Accademia dei Lincei, di aver conosciuto Losana, il quale gli aveva donato un cubetto di berillio puro che lui, a sua volta, donò ad Enrico Fermi quando era in procinto di partire ed era passato a salutarlo.


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