Ma l’aspetto particolarmente interessante su cui riflettere è che emerge un Mussolini il quale, se in volumi di valenti storici appare ridotto a timoroso vassallo di Hitler, avrebbe avuto in realtà la ferma segretissima intenzione di evitare che il suo alleato potesse avere in mano delle carte così preziose, che i servizi segreti di entrambi gli schieramenti stavano cercando.
Con l’8 settembre Bressanone (dove ero nato circa tre mesi prima), era stata facilmente invasa dai tedeschi, non avendo voluto Badoglio far saltare i ponti, per impegnare gli ex alleati in uno scacchiere più vasto, e di conseguenza son stati fatti prigionieri gli ufficiali italiani, tra cui mio padre (i quali non potevano nemmeno sognare di tentare una fuga, approfittando della baldoria, accentuata dal fatto che le donne del posto, essendo di lingua tedesca, non offrivano soltanto vino, birra o sidro!), essendovi in ostaggio noi famigliari, che infatti siamo stati bloccati colà per oltre un mese. Dopo di che abbiam riparato a Bellano, dove siamo rimasti fino al 1945.
Un altro importante profilo di Adamoli è in un saggio alla sua memoria, dedicatogli da Luigi Losana e Carlo Goria, Studio sul berillio, indurimento superficiale per diffusione del berillio (berilliatura), lavoro eseguito col concorso del Consiglio Nazionale delle Ricerche, “La Metallurgia Italiana”, febbraio 1943.
Infatti Carlo Adamoli è caduto con l’aereo sul campo militare di Càstano Primo, il 31 agosto 1942, dove ha avuto onori militari ed il governo italiano gli ha dedicato solenni funerali di stato, a quell’epoca evento assai raro.
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