Come corollario, oltre ad aver raccolto un’ingente mole di appunti aeronautici, a livello internazionale, dai primordi del volo fino alla seconda guerra mondiale, effettuando ricerche in Italia ed all’estero, in particolare a Parigi, dove ho trovato importanti studi del ‘700 sulle mongolfiere, ho reperito anche un’importante documentazione sul ‘ballon du sacre’ lanciato nel 1804 in occasione dell’incoronazione di Napoleone (alla cui cerimonia ha partecipato il mio antenato cardinal Caselli), finito sul lago di Bracciano, dapprima riposto nella floreria vaticana e poi donato da Paolo VI al museo aeronautico di Vigna di Valle. Degna di nota, oltre ad altri libri e documenti rari in originale che ho collezionato per onorarne la memoria, è anche una cospicua raccolta di cartoline sui primissimi voli.
Relativamente alle vicende accennate, ho effettuato delle ricerche all’archivio centrale dello stato, agli uffici storici dello stato maggiore dell’aeronautica e dell’esercito, all’archivio storico diplomatico del ministero degli affari esteri, ne è emerso che la documentazione da me salvata sia, piuttosto, complementare. Ho notato, spesso, negli episodi più salienti, esservi negli archivi pubblici una difformità poiché, per motivi politici o militari, si tendeva spesso a mascherare la realtà o, comunque, faceva comodo seguire una linea che ne alterava la veridicità, dovendo in qualche modo giustificare la conduzione politica dell’affare, scrivendo per esempio di disordine amministrativo inesistente! Oppure, a volte, la ricerca da parte italiana dei documenti più a parole che a fatti concreti, tentando di rovistare non dove erano ma dove non erano.
Tuttavia, a parte un’esatta informazione o disinformazione, si può evidenziare che i governi italiani, prima quello di Roma, poi quello del nord di Salò, abbiano teso, senza ottenere peraltro la risultante di una contropartita finale per la nazione, ad affossare quest’industria, tanto è vero che il generale Carlo Favagrossa, del Fabbriguerra, è arrivato ad appuntare a Mussolini di aver messo sotto segreta sorveglianza la vedova di Carlo Adamoli, sfollata a Bellano, nel timore che dei documenti tecnici così importanti (i raccoglitori neri con le esperienze di laboratorio ed industriali) potessero finire nelle mani dei tedeschi. L’archivio, smembrato, era stato in parte trasferito d’ufficio a Torino, in parte sfollato in magazzini a Bellano ed a Musso, al di là del lago, ed infatti, proprio qui, la guardia repubblichina aveva tentato un ‘blitz’, senza peraltro trovare quanto cercava. Né peraltro avrebbe potuto rinvenire colà quanto era invece gelosamente e quasi religiosamente conservato in un cassetto segreto di un antico comò, proprio accanto alla mia culla!
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