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a cura di Federico Adamoli

Carlo Eugeni e la storia dello sport teramano


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     Detto questo, e scusatomi con Fausto, credo che sul libro che io ho scritto, c'è tutta la storia di Teramo sportiva, naturalmente non solo cestisti, ma anche i calciatori, i lanciatori, i Pellanera, i Bisson, che ha disputato due olimpiadi, mentre l'altro ne ha disputate tre, ed a Mosca fu decretato da un giornalista russo il migliore difensore dell'Olimpiade. Io, venendo alla pallacanestro, risalii alle origini nel 1923: a Teramo il Convitto nazionale Delfico aveva una squadra di pallacanestro con due italo-americani nati in Italia, che insegnarono la pallacanestro. In estate loro si recavano a Roseto, e facevano lo stesso. In questo modo Teramo e Roseto crebbero insieme, sotto la guida dei due fratelli americani, ed impararono a giocare; queste furono le due cittadine che giocavano la pallacanestro in quegli anni, e fecero prima la serie C, la serie B, quindi la serie A.
     Io considero il professor Eugeni il padre dello sport, e qui a Teramo c'era stato prima di lui nel 1923 Giuseppe D'Alessandro. Eugeni è stato il promotore della pallacanestro, dell'attrezzistica, ed io lo considero il maestro dello sport teramano. Io collego la figura di Carlo Eugeni con quella di D'Alessandro, come il secondo padre dello sport teramano, perché lui si adoperò moltissimo: non solo lavorava nelle scuole, ma insegnò anche nel collegio Savini che si trovava di fronte alla palestra. E lì si formarono i giocatori che vennero poi nella mia squadra, e vincendo il campionato andarono in serie A. Giocavamo il campionato nel girone più forte con Roma, Trieste, Bologna, Ferrara, Forlì. Il professor Eugeni fece fare i canestri dentro al collegio, e lì passavano tutto il giorno a giocare. Qui venne fuori anche un calciatore, Valbruni, che è l'allenatore che adesso vince più campionati. Quando lo scorso anno lui ha vinto il campionato con il Teramo io l'ho premiato, e mi è stato riconoscente, quando gli ho ricordato che Carlo Eugeni fu il suo allenatore.