Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy

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      dove, come in uno specchio, si riflettono le più segrete affezioni dell' animo.
      Si sa che le passioni violenti ottengono più facilmen-
      f « Or bada ai mezzi ch'egli adoprò per esprìmere questa forza ».
      a Quell' oratore che vuole rapire a sè la persuasione e la volontà altrui, non si contenta usar solo forti argomenti ; ma quelli avvalora con lutto l'impeto della pronunciazione, in che Demo-slene l'efficacia delle altre parti dell'eloquenza collocò. Ora Michelangelo fu fortissimo ne' suoi concetti , e con egual forza li pronunciò : guarda le braccia atletiche, li petti erculei, gli scorci gagliardi e le attaccature risentite, le mosculose membrature, la grandezza delle persone ; e quell' attrarsi de' tendini, e quello sporgersi delle ossa e tutta l'anatomia in azione : Oh 1 quale pronunciazione ! »
      « Poni a questa forza unita l'espressione degli occhi, il commovimento delle figure, 1' atto delle labbra, il carattere de' volti ; la severità delle ciglia, le fronti imperiose, la magnificenza del mento ; e que' vivi spiriti che ballenano dai sembianti , e si manifestano in ogni parte delle opere sue; nelle mani, ne'piedi, nelle anche, ne' polsi ; e più non istupirai se queste due forze combinate dell' anima e delle forme, gli diedero un sicuro trionfo e rapirono a sè i voti del mondo ».
      « Michelangelo è un fiume, il quale non per deviamento pas-seggiero, ma per la perenne sua copia rompe superbo, e s'apre colla forza un alveo a suo grado, destando terrore e seco traendo tutto che incontra ».
      « Conciossiachè veramente fu questa forza che condusse il Buonarroti alla terribilità, non che la terribilità fosse il carattere delle opere sue : essa fu una conseguenza della forza, ne fu l'effetto ; perchè ove 1' uomo la forza vede, subito è preso da terrore , quando pure fosse la forza della bellezza , che questa ancora , come dicono Aristolile e Petrarca 'fa tremare. I^a sola forza è il primo suo carattere originario che gli frutti, poi le altre qualità del sublime e del terribile. Perchè vanno errati d'assai coloro che iutendono statuire odiosi paralleli fra il Buonarroti e il Sanzio. Ognuno di questi due gcnj straordinarj ha meriti grandissimi^.ooQle


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Istoria della vita e delle opere di Raffaello Sanzio da Urbino
di Quatremere De Quincy
Sonzogno Milano
1829 pagine 847

   

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