Deborah Tolomeo
La 'Stampa Rossa' a Genova (1945-1953). Le Carte Adamoli


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     Il Quarantotto segnò in Italia la nascita delle campagne elettorali moderne, combattute da partiti di massa attraverso la mobilitazione della propria base elettorale, all'interno (e verso) una società anch'essa sempre più massificata e fotografò le divisioni che si stavano aprendo nella società e nell'arena politica italiana, esasperandole. (15) Le tematiche emerse (o ridefinite) durante tale campagna elettorale segneranno a lungo il confronto politico tra i due schieramenti, o per lo meno la loro propaganda, durante i decenni successivi, basandole sulle dicotomie comunismo-anticomunismo (con il corollario della polemica anti-sovietica) e capitalismo-anticapitalismo (che si arricchì della variante dell'anti-americanismo con l'avvio del Piano Marshall (16) e del patto dell'Alleanza Atlantica); inoltre la DC affermò la tematica religiosa della difesa della fede, al cui sostegno intervennero le stesse gerarchie ecclesiastiche e le associazioni cattoliche. La contestuale demonizzazione dell'avversario politico - orco, assassino, traditore, nemico della patria - delegittimato fino a negargli la stessa cittadinanza democratica esasperava:

" (...) la visione dicotomica fra amico e nemico, figlia del nuovo ordine mondiale, che in Italia trova particolari motivi per radicarsi, e che ha come conseguenza la negazione della legittimità politica dell'avversario". (17)

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(15) A sinistra, oltre al Fronte popolare neo-costituitosi, si colloca Unità Socialista, che unisce il PSLI di Saragat e la corrente fuoriuscita dal PSI. La DC non ricerca alleanze elettorali con i partiti più prossimi, anzi punta a una forte concorrenza con essi e si affida nella battaglia elettorale alla forza propagandistica dei Comitati civici costituiti da Luigi Gedda l'8 febbraio, su incarico di Pio XII. Tale struttura si collocava ai limiti delle disposizioni costituzionali e per questo formalmente era separata dall' Azione Cattolica, sulle cui articolazioni però si basava. (Ibidem).

(16) La campagna elettorale del 1948 (così come il risultato del voto, poi) fu fortemente influenzata dall'adesione dell'Italia al Piano Marshall, peraltro firmato con incredibile tempismo i primi di aprile 1948, e alla politica estera statunitense. A Parigi intanto veniva fondata l'Oece (Organizzazione europea per la cooperazione economica) composta dai sedici paesi aderenti al piano, tra cui l'Italia. Il giudizio di Togliatti sul piano Marshall, enunciato nella relazione del segretario al VI congresso del PCI del gennaio del 1948, rappresentava la posizione ufficiale del partito sull'argomento: il programma statunitense rappresentava "una minaccia per lo sviluppo autonomo della nostra industria, della nostra economia e dei nostri scambi internazionale" e l'adesione ad esso avrebbe comportato la subordinazione del Paese alla potenza imperialistica degli USA. ("L'Unità ", 20 gennaio 1948, cit. in Novelli E., La campagna elettorale del Quarantotto, cit., p. 7).

(17) Ibidem, p. 107. Tutta la campagna si inasprisce via via che si avvicina il voto; le prime due settimane di aprile: i leaders sono impegnati in comizi sempre più massacranti; "L'Unità" viene trasformata in un giornale murale; i toni degli articoli e dei comizi si sono adeguati a quelli degli slogan della campagna, ed esprimono contrapposizione frontale e attacchi personali (riscontriamo titoli ad esempio sugli assassinii di Scelba e sulla presunta pedofilia del democristiano Malvolti, Ibidem, pp. 72-73); si contano feriti e tafferugli durante le assemblee, i molti attacchi da parte dei gruppi neo-fascisti e le incursioni nelle sedi delle sinistre (circoli Anpi, sezioni). Chiusi i comizi il 15, il Min. Dell'Interno Scelba annuncia la sospensione delle elezioni in caso di irregolarità e Togliatti il 17 aprile pronuncia la frase più famosa della campagna, in cui attacca De Gasperi e gli preannuncia "poderosi calci nel sedere" dopo le elezioni. (Ibidem).