Deborah Tolomeo
La 'Stampa Rossa' a Genova (1945-1953). Le Carte Adamoli


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     Grazie alla propaganda dei Comitati Civici la contrapposizione comunismo-anticomunismo, tra tutte, diventò "archetipo dello scontro, capace di racchiudere e sintetizzare tutti gli altri temi", elevato a guerra di civiltà:

"(...) dilemma centrale; nel campo costituzionale scelta tra libertà e dittatura; nel campo spirituale, tra salvezza e dannazione; nel campo economico, tra pane e fame; nel campo internazionale, tra America e Russia". (18)

     Non a caso le metafore più comuni della campagna elettorale furono quelle belliche, mentre i militanti, nuovi protagonisti della battaglia politica, vennero organizzati in eserciti di propagandisti pronti a combattere l'avversario in ogni luogo: anche a messa! (19) La figura del propagandista diventava essenziale: militante, fortemente coinvolto dalle attività della propria parte politica, era l’ingranaggio indispensabile della comunicazione dei partiti di massa. Il Fronte poteva contare sulla somma di iscritti ai due partiti, quasi tre milioni, e una grande esperienza organizzativa, unita a militanti disciplinati e con un'alta concezione della partecipazione politica. Si consideri che il PCI mostrava già nel Quarantotto la propria particolarissima concezione della della propaganda: un atto pedagogico volto a diffondere la dottrina di partito sistematicamente, in modo quotidiano, capillare e persistente; pertanto il militante comunista veniva formato per diventare un propagandista a tutto tondo, il cui ruolo di 'agitatore' non avrebbe dovuto limitarsi al periodo elettorale. Infatti nel 1948 il PCI aveva già uno strumento di orientamento per i propagandisti, il mensile "Il quaderno dell'attivista", a cui si sommeranno: la pubblicazione "Propaganda", edita dalla Commissione centrale stampa e propaganda e "La guida del propagandista", del Fronte Popolare; e poi numerose guide, manuali e corsi accelerati da tenersi in sezione e federazione per i capigruppo propagandisti e per gli attivisti più preparati, che prevedevano approfondimenti dottrinari, prove partiche di dibattito, letture de "L'Unità" e di "Vie Nuove", direttive per l'organizzazione di comizi, conferenze ecc.

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(18) Citazione di Piero Calamandrei, Preludio al 18 aprile. (Ibidem, p. 104). Tornando alla campagna elettorale, gli oppositori del Fronte scatenarono una vera e propria 'guerra santa' : immediatamente dopo la redazione di un accordo elettorale volto a ristabilire un clima di confronto civile, promosso da Terracini e firmato il 19 febbraio da tutti i partiti, la Chiesa -nella persona del Card. Schuster, arcivescovo di Milano, diede disposizioni al clero di condannare e non assolvere chi avrebbe votato o appoggiato il comunismo. Nel tema della contrapposizione ra comunisti e anti-comunisti, si impose uno spostamento del confronto dal piano razionale e politico a quello religioso: diventò dirimente essere "on Cristo o contro Cristo", mentre il Fronte rispondeva (meno efficacemente) tacciando il Vaticano di tradimento del Vangelo e dei fedeli. (Ibidem,p.75).

(19) "Quasi quattro milioni gli iscritti nel 1948 ai tre principali partiti italiani, alcune centinaia di migliaia gli attivisti, di cui 90 000 della Democrazia cristiana e 3000, solo a livello nazionale, dei Comitati civici, l'organizzazione che di fatto cambia il corso della campagna elettorale e probabilmente il risultato, costruita in tempi record da Luigi Gedda per volere di Pio XII, appoggiandosi alla rete dell'Azione Cattolica, alle altre organizzazioni dell'associazionismo religioso e alle parrocchie. Un'operazione possibile solo in una società dove la comunicazione ha un peso rilevante e già funziona da acceleratore sociale". La DC conta su un nucleo forte di attivisti, circa 90 mila, a cui spetta il compito di diffondere il materiale propagandistico prodotto (56 milioni di pezzi tra manifesti, volatini, striscioni, cartoline, quadri murali, immaginette), nonchè promuovere e preparare attività legate alla campagna elettorale: comizi, partecipazione ai dibattititi, feste, iniziative ludico-politiche, atte a rafforzare il tessuto sociale intorno alle sezioni del partito. Ai propagandisti è rivolto il settimanale della Spes "Il traguardo", organo di informazione che fornisce consigli organizzativi, approfondimenti sui temi a dibattito, spunti per discorsi e contraddittori e per mettere in luce gli errori della propaganda avversaria. I comitati civici si appoggiano invece sulla rete organizzativa dell'azione cattolica e contano su circa tremila propagandisti, guidati dal settimanale : "L'ora dell'azione" e da dettagliati fogli di disposizioni che spiegano come diffondere il materiale. I propagandisti sono anche oggetto di scherno da parte delle opposte fazioni: dall'"agit-prop" devoto al partito, stupido, trinariciuto e incapace di comprendere solo gli ordini veicolati da "L'Unità" delle vignette di Guareschi, ai democristi cinici, avidi, infidi, vestiti da becchini, col crocefisso al collo sbeffeggiati dalle pubblicazioni di sinistra, insieme alle "parrocchiane" dell'azione cattolica e i "mazzieri" al soldo degli agrari e dei padroni. (Ibidem, pp. 81-97 e ss.)