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E' essenziale spendere alcune parole sulla parte introduttiva del testo, che racchiude il punto di vista del Partito sul ruolo del giornalista de “L’Unità”. Tutto il resto discende dalle funzioni che gli vengono attribuite: egli è incaricato non solo di informare, ma anche di riflettere le direttive del Partito, cioè “popolarizzare” la sua linea politica - che va a coincidere quindi con la linea editoriale del quotidiano. Il documento non si configura come un vademecum che insegni a scrivere tecnicamente un buon giornale, operando una corretta pianificazione del lavoro o una stesura chiara delle corrispondenze, o per lo meno non solo: la preoccupazione di fondo, mascherata dalla volontà di informare con precisione e chiarezza, è la necessità di persuasione delle masse. “In primo luogo egli dev’essere un buon militante (…) deve quindi cercare – come ogni comunista, ma più e prima di ogni altro comunista – di divenire un dirigente popolare, poiché non si può essere un buon corrispondente delL’Unità senza essere un buon dirigente popolare : essere corrispondente delL’Unità significa infatti orientare e dirigere giorno per giorno le masse attraverso il giornale di partito. In secondo luogo (…) deve cercare di qualificarsi sempre meglio come giornalista. A questo scopo deve ricordare di essere soprattutto l’informatore e il critico della vita e del suo centro”. (4)
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