Deborah Tolomeo
La 'Stampa Rossa' a Genova (1945-1953). Le Carte Adamoli


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     E’ essenziale quindi che i giornali di fabbrica siano letti da tutti i lavoratori e diffusi anche al di fuori delle aziende: si promuove l’estensione all’intero ponente operaio di una “cultura popolare” (72) che rispecchi il senso di appartenenza alla classe egemone, costituita da quella "masse lavoratrici che nella loro essenza e nella loro volontà rappresentano l'elemento decisivo per la salvezza e la rinascita dell'Italia". (73) Tale classe si compone prevalentemente di operai specializzati, mitizzati e identificati con il modello gramsciano del 'produttore’: capace di gestire e controllare il proprio lavoro, ha compito storico di salvaguardare il Paese e la sua realtà industriale da un padronato, privato e pubblico, incapace di svolgere un ruolo dirigente adeguato. (74)

4.4 Il giornale di fabbrica

     Risulta ampiamente documentato che "L'Unità", in particolare nella sua edizione genovese, si sia occupata delle vicende sindacali, relative alle aziende cittadine, con slancio e coinvolgimento, svolgendo in questo modo la propria missione informativa/propagandistica e offrendo copertura completa alle vertenze e lotte operaie. (75) Sappiamo inoltre che il Partito svolgeva un’opera di penetrazione informativa integrale nei settori della società in cui intendeva estendere il consenso: in quest’ottica promuoveva il reclutamento di corrispondenti di base “in ogni frazione, luogo di lavoro, presso ogni ufficio pubblico o presso ogni organizzazione di massa” e fra di essi attribuiva particolare valore ai corrispondenti di fabbrica: “Questi corrispondenti servono a collegare direttamente L’Unità ai luoghi di produzione (...) coprendo così uno dei settori più importanti del giornale”. (76)

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(72) La "cultura popolare" è definita da Giulio Trevisan "espressione di una civiltà in cui la classe operaia ha già funzioni egemoniche notevolmente sviluppate (...) In senso più stretto e specifico il termine "cultura popolare" contiene anche un elemento organizzativo: essa non è solo il complesso delle conoscenze fondamentali ed essenziali del sapere che caratterizzano l'elevamento politico e culturale delle masse, ma è anche il complesso delle più varie e diverse attività politico-culturali, attraverso il quale le masse popolari partecipano alla formazione e alla divulgazione della cultura" (G. Trevisan, Cultura popolare, in "Rinascita", 1, 1944).

(73) M. Montagna, Nell'interesse della Nazione, "Rinascita", 1946, 7.

(74) Tali caratteristiche vengono confermate dall'impegno delle organizzazioni operaie, guidate dai Consigli di Gestione, nel formulare proposte di strategia industriale atte, per lo meno nel breve periodo, a superare la crisi: un esempio è il Piano di lavoro presentato dalla CGIL nel 1949, articolato per aree territoriali. Il Piano di lavoro per la Liguria era stato presentato alla conferenza regionale della CGIL nel gennaio 1950. (Cfr. prefazione di A. Doria a G. Bruschi, Una battaglia operaia a Genova, cit., pp. 8-13)

(75) Cfr. B.Bario, L’edizione genovese de L’Unità, cit., pp. 66-68.

(76) Manuale del corrispondente dell’Unità, 1952, cit., p. 42.