Nella stessa ottica si deve dare il via alla discussione tra intellettuali e operai, che potranno in tal modo sviluppare il proprio spirito critico: il giornale farà da punto di raccordo tra le due classi, rendendo gli intellettuali partecipi delle lotte operaie, sensibilizzandoli verso i loro problemi, fornendogliene "esperienze dirette"; allo stesso modo, l'operaio può essere indotto alla “lotta contro l'oscurantismo” e la censura, attraverso la partecipazione a iniziative culturali promosse dalla redazione di fabbrica. E’ nelle terze pagine dei giornali di fabbrica che si esprime tale “precisa funzione di alleanze culturali”: (86) l’esigenza di creare un nesso permanente tra gli intellettuali e gli operai e legare quindi tra lotta di classe e cultura - perchè “la stampa è la parte più dinamica della struttura ideologica di una nazione". (87)
Il “corso” passa poi a illustrare come si scrive correttamente un giornale di fabbrica: in questa parte (88) si nota un continuo richiamo alla concretezza, quale tratto stilistico essenziale.
Sempre nell'ottica di estendere il radicamento della fabbrica nel contesto locale, tra i criteri di scelta delle notizie da pubblicare si consiglia di evidenziare fatti attinenti ai problemi dei lavoratori dello stabilimento in cui il giornale viene redatto, così come tradurre le notizie di tipo politico "in modo localizzato e circostanziato". (89) Si deve tenere ben presente che il target a cui ci si rivolge non si limita alle maestranze della fabbrica, perchè l'obiettivo che si pone è guadagnare il consenso di "tutti i lavoratori": "Il secondo criterio di scelta consiste nel determinare il carattere di massa della notizia"; per lo stesso motivo bisognerà utilizzare un linguaggio chiaro, concreto:
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(86)
Ibidem, p. 15.
(87)
P. Spriano, I giornali di fabbrica in "Società", cit., p. 100.
(88)
Seconda lezione. Come si realizza il giornale” in “Breve corso per i giornali di fabbrica”, cit., pp. 11-
17.
(89)
Ibidem, p. 12.
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