"L'ascolto dei radiogiornali /[attraverso gli altoparlanti montati nel cortile esterno, ndr] diventa appuntamento per centinaia di sestresi (..); il radiogiornale diviene un fenomeno partecipativo. Corrispondenti improvvisati informano su eventi interni, quali l'andamento produttivo; altri collaboratori raccolgono le notizie esterne sulla solidarietà (scioperi, sottoscrizioni, adesioni). I redattori centrali organizzano, con anticipo di anni, la rassegna stampa; invitano esponenti delle istituzioni per interviste in diretta". (103)
Le trasmissioni e i testi dei bollettini quotidiani divennero anche fonte per i giornali tradizionali. Dopo la visita del sindaco Adamoli allo stabilimento e la discussione della vicenda in consiglio comunale, “L’Unità” si mobilitò per organizzare una campagna di diffusione straordinaria, con l’obiettivo di informare tutta la cittadinanza sull'andamento della vertenza.
Figura 1: Operai della San Giorgio distribuiscono volantini a turisti italiani e stranieri per sensibilizzarli sulla loro difficile situazione. Archivio Publifoto Genova. (http://www.publifoto.net).
L’apice delle tensioni fu lo sciopero dei metalmeccanici del 7 marzo, al cui corteo parteciparono 100 mila genovesi; la foto dello striscione simbolo della manifestazione, dipinto dall'operaio-pittore istriano De Brevi, con lo slogan “Qui si difende l'Italia”, resta una delle immagini più emblematiche delle lotte sindacali degli anni Cinquanta, a sottolineare la continuità delle lotte produttiviste con la Resistenza. (104)
Anche il prefetto scelse di mantenere un atteggiamento intransigente nei confronti degli occupanti, adoperandosi per una gestione dura dell'ordine pubblico, in particolare durante le manifestazioni di sostegno che si susseguivano in città; inoltre, per evitare “episodi lesivi della sicurezza”, vietò a chiunque non preventivamente autorizzato dalle autorità di Pubblica Sicurezza di effettuare lo strillonaggio e la vendita a domicilio dei giornali, anche non a fini di lucro. (105) Immediata la risposta dei diffusori de “L'Unità”, che proseguirono la mobilitazione, ciascuno munito di un plico contenente le norme di legge a difesa del diritto di informazione.
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(103)
Ibidem.
(104)
Ibidem, p. 103.
(105)
Più tardi il prefetto e il questore attaccheranno anche il fondo di resistenza, inviando squadre speciali di agenti
a sequestrare le somme raccolte per strada e ad intimare agli esercenti di negare denaro o crediti ai lavoratori.
(Ibidem, p. 78).
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